La pista della vergogna

pista ciclabileCIVITAVECCHIA – Abbiamo una pista ciclabile: nessuno la conosce, nessuno l’ha vista, nessuno può usarla. Questo è il problema.  Ci si imbatte in una (potenzialmente bellissima) pista per biciclette in mezzo al verde, recandosi sulla strada sterrata che è la prosecuzione di via dell’Immacolata, dopo il Liceo Classico Guglielmotti. Quando si arriva alla fine della strada, si trova il palazzetto dell’hockey e proprio lì davanti inizia la pista ciclabile. E’ stata realizzata nell’ambito del progetto di riqualificazione della Valle della Fiumaretta ma sarebbe più corretto dire che “inizierebbe”, perché non è affatto utilizzabile. A Civitavecchia ci sono ben poche cose da città avanzata e, quando ci sono, esse restano per lo più in stato di abbandono: triste, ma reale considerazione. E così è stato per quanto riguarda questa pista, che potrebbe costituire un tragitto immerso nel verde della parte nord della città, alla cui sommità si potrebbe anche ammirare un bel panorama, ma purtroppo è totalmente impraticabile.
Come si può ben vedere dalle foto, è quasi completamente ricoperta dagli arbusti delle piante circostanti e, nei punti in cui passa sopra a stagnetti o fossati, mancano (o forse sono stati divelti) i parapetti. Per cui sarebbe anche pericolosa, se qualcuno si volesse comunque avventurare tra rami e piante agresti.
Il costo di una pista di questo tipo (come quella trovata per caso nella nostra città) oscilla, a seconda dei materiali e degli interventi necessari sul terreno, tra i 30 mila e gli oltre 200 mila euro a chilometro. Ne vale la pena, questo è certo, ma se poi non si attua la necessaria manutenzione e se essa viene lasciata incompleta dal punto di vista della sicurezza e della raggiungibilità, perché spenderli?
E non è solo una questione di denaro, ma anche (e forse soprattutto) di tristezza nel dover constatare ancora una volta il lassismo e la noncuranza con cui la classe dirigente della città arriva sempre tardi in fatto di innovazioni, specialmente per quel che riguardi cultura salute o sport, e, una volta realizzate, queste novità “durano” pochissimo tempo e poi vengono dimenticate e, dunque, abbandonate.

Ilaria Melis