Ingresso principale o di servizio?

palme s. marinellaSANTA MARINELLA – Appena si passa il confine di un nuovo paese e ci si immerge in esso, si respira l’aria del posto, ci si inizia a fare un’idea su che tipo di città sia guardandosi intorno, osservando la popolazione, il panorama, le strade, le case, il verde, la zona in generale e, specialmente se è la prima volta che si entra in quel paese, i primi cinque minuti sono determinanti per l’idea che ci si fa al riguardo e per decidere se il posto piace oppure no. Prima ancora di come si mangia, della movida notturna, dell’accoglienza dei cittadini e del numero dei servizi offerti, quel che colpisce di un paese è il suo ingresso, il biglietto da visita di un Comune. Spesso esso è segnalato da opere urbanistiche particolarmente felici e da un cartello bianco con il nome della città in cui si sta entrando, con il disegno della bandiera del Comune e di quelli esteri gemellati. Ma a Santa Marinella, la Perla del Tirreno, a soli sessanta chilometri da Roma, lungo la linea ferroviaria turistica Pisa-Roma, accanto a importanti siti archeologici come Cerveteri e Tarquinia, confinante con Civitavecchia, una delle città portuali più importanti d’Italia, l’ingresso Nord, ovvero quello attraverso cui entrano nella località marittima tre quarti dei turisti provenienti da Roma e dalle autostrade, sembra abbandonato a se stesso. L’Aurelia è stata asfaltata da meno di un anno, ottima cosa, ma le sterpaglie imbarazzanti ai lati della strada di certo non aiutano a costruire una bella reputazione del paese, men che meno poi alcune serre reduci dall’incendio che ne ha costretto l’abbandono, ben visibili anche dal treno, collassate sotto il peso della vegetazione che cresce selvaggia dove il fuoco non ha reso sterile e nera la terra (nella foto). Si allarga il cuore del visitatore solo alla vista del mare, salvo poi stringersi immediatamente dopo alla vista di tutte le palme morte e mutilate negli ultimi tempi. A questo proposito il fondo si tocca, lungo la via Aurelia, in prossimità del chilometro 91, dove una grandissima zona che dovrebbe essere verde, oltre ad essere assolutamente incolta, è anche bruciata e piena di immondizie varie. Durante una notte dello scorso agosto è divampato un incendio che ha bruciato tre palme, un paio di alberi e quasi tutta l’erba della zona. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato che ci fossero gravi danni, ma in compenso non ci sono stati altri interventi da parte di nessuno, per abbattere le palme ormai nere, o per togliere le sterpaglie bruciate, o ancora per ripulire la zona ed evitare un nuovo incendio magari. Tutto è rimasto fermo a quella notte di mezza estate. Per peggiorare la situazione, nel tempo si sono accumulate bottiglie d’acqua, buste di plastica e rifiuti vari, diventando un tutt’uno con la vegetazione immediatamente intorno alla terra bruciata, che è invece cresciuta vertiginosamente, e si è spinta ai lati della carreggiata della strada, andando anche ad occludere i sottostanti tombini (nella foto). tombino otturatoSanta Marinella è un paese a rischio alluvione e sarebbe opportuno avere fossi e tombini puliti e funzionanti, invece di scoprirli avvolti dalle foglie e dall’erba e, quindi, impossibilitati a far defluire l’acqua correttamente verso il mare. Questo mese è partita una pulizia straordinaria delle strade che dovrebbe occuparsi anche delle sterpaglie, ma non si sa quando arriveranno in questa zona degradata, che, è bene ricordarlo, è a meno di cento metri da alcuni stabilimenti balneari e dai relativi ristoranti molto popolati nei mesi estivi, quali la “Sassola” e “Il 58”. A questo punto sorge spontaneo chiedersi perché non abbiano iniziato questa “pulizia straordinaria” dalla strada principale del paese e, soprattutto, perché l’accesso alla cittadina che la maggior parte dei turisti e dei visitatori provenienti da Roma e dalle autostrade vede prima di ogni altra cosa, anche prima del mare stesso, debba essere considerata e trattata come un ingresso di servizio, quando avrebbe tutti i requisiti logistici e ambientali, per essere trasformata nel principale biglietto da visita della Perla.

Francesca Ivol