In ricordo delle sorelle Mirabal

violenza donneAbbiamo appena tolto dal bavaro delle nostre giacche il nastro bianco simbolo della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in onore di tutte le vittime di abusi fisici e psicologici. Nel 1999 l’assemblea delle Nazioni Unite aveva dato il via ad una mobilitazione mondiale per eliminare la violenza contro le donne ed è stata scelta questa data in ricordo delle sorelle Mirabal che, il 25 novembre del 1960, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada dagli agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un luogo nascosto furono torturate, massacrate e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio a bordo delle loro auto, per simulare un incidente. Come le sorelle Mirabal tante donne ogni anno al mondo vengono molestate, uccise, massacrate solo per il fatto di essere donne. Per Amnesty International questa giornata deve servire anche a combattere una delle più importanti forme di violenza verso il mondo femminile: le mutilazioni genitali. Si è dato il via ad una raccolta di firme affinchè la questione possa essere discussa nel Parlamento Europeo.
Durante la puntata della trasmissione di Fazio “Vieni via con me” dello scorso 22 novembre, il vicepresidente del Senato Emma Bonino ha letto un elenco delle “cose che passano sul corpo delle donne” particolarmente incisivo. “Il corpo della donna è un campo di battaglia, dai tempi di Elena di Troia e del Ratto delle Sabine fino ad oggi, in Afganistan con me da noi […] Le donne sono di qualcuno per definizione, perché altrimenti il comandamento non direbbe: ‘non desiderare la donna d’altri’ […] Nel 1993 la signora Lorena Bobbit evirò suo marito con un coltello. Ci fu molto scalpore per una singola mutilazione genitale maschile, ma le donne che subiscono mutilazioni genitali sono nel mondo 130 milioni, 3 milioni solo le bambine. In molte parti del mondo si abortiscono soprattutto le bambine, o si sopprimono alla nascita, non servono. […] In Italia il diritto d’onore è stato abolito solo nell’81, fino ad allora si poteva uccidere la moglie, la figlia, la sorella, con una pena irrisoria se l’assassino sosteneva di avere agito per difendere il suo onore. È ancora così in molte parti del mondo. Insomma, nasciamo pari e cresciamo dispare. Ogni donna deve fare le cose due volte meglio per essere giudicata brava la metà, ma per fortuna non è così difficile”.
La provocazione della Bonino ha trovato terreno fertile nelle numerose iniziative che si sono attivate in molti Comuni italiani, dando il via ad una mobilitazione che durerà sedici giorni e che avrà il suo culmine il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani.
A questo proposito il segretario generale della Cgil Susanna Camusso così  ha concluso il suo intervento da Fazio: “Ho conquistato le otto ore, ho conquistato il tempo del matrimonio, della maternità, dell’allattamento. Ho conquistato il diritto di sentirmi uguale nel lavoro restando differente. Felice il giorno in cui non dovrò conquistare niente di più….staranno meglio anche gli uomini”.