L’affermazione di Roberto De Mattei, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, circa la recente tragedia del Giappone, esternate durante il programma: “Radici cristiane” su RadioMaria, ha suscitato scalpore e indignazione in tutto il mondo web. Un uomo che dovrebbe essere “di scienza”, dato il ruolo che ricopre, oltre a rinnegare l’evoluzionismo e accusarlo di essere l’origine della cristianofobia che sta dilagando (sentire per credere all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=hPtMsWGaPbs), afferma che le catastrofi giungono per mano di Dio con il fine di purificare i peccatori e aguzzare l’ingegno umano nella ricostruzione di ciò che è stato distrutto. “Le grandi catastrofi sono una voce paterna della bontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita, se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo. Le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni. Nessuno può dire con certezza se il terremoto in Giappone è stato un castigo di Dio, sicuramente è stata una catastrofe e la catastrofe è un fenomeno naturale che Dio ha potuto introdurre nel suo piano di creazione per molteplici fini, per la sua sapienza e bontà. Nel piano di Dio potrebbe addirittura rivelarsi un bene più grande. Dio non può fare che il terremoto colpisca il colpevole e salvi l’innocente. È chiaro che talvolta salva l’innocente con un miracolo, ma non è obbligato. Il terremoto è un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima perché Dio ha voluto risparmiare un triste avvenire”. Questa è solo una parte del discorso che ha scioccato l’Italia, e che tutti quelli che ancora non l’hanno fatto possono ascoltare all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=iIm9E76-jtA&feature=player_embedded#at=180. Il post, caricato dal blog “Razionalismo”, è stato condiviso già ottomila volte e, dato che il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è l’ente pubblico nazionale con il compito di promuovere e diffondere l’attività di ricerca nei principali settori per lo sviluppo scientifico, le polemiche non si sono mosse tanto contro le dichiarazioni in sé di De Mattei, per quanto assai discutibili, quanto invece nella direzione della richiesta delle sue dimissioni: ci si chiede infatti come l’ente nazionale di ricerca con competenza scientifica generale e istituti scientifici distribuiti sul territorio, che svolge attività di prioritario interesse per l’avanzamento della scienza e per il progresso del paese, possa essere amministrato da un creazionista che interpreta le catastrofi naturali con schemi medievali che riconducono il male ai peccati degli uomini e la necessità della sofferenza alla purificatrice mano di Dio. Su facebook è nato “Un appello per la scienza”, raccolto per primo da Stefano Moriggi, filosofo della scienza dell’Università di Bergamo, e poi sottoscritto da persone di scienza, studiosi, giornalisti come Eleonora Bianchini de “Il fatto quotidiano”, e gente comune, i quali pensano “che sia ridicolo concedere fondi pubblici, già scarsi, a teorie che non hanno fondamento”, come quelle raccolte nel suo libro “Evoluzionismo. Il tramonto di un’ipotesi” e che il CNR debba chiedere le dimissioni a De Mattei “per l’evidente incompatibilità con l’incarico conferitogli e le sue affermazioni che lo pongono al di fuori del pensiero razionale ed esperienza e comprensione del mondo mediata dal metodo scientifico”. Data la risonanza che hanno avuto queste dichiarazioni, nonché l’indignazione e lo scandalo che hanno provocato, il 22 Marzo la Curia di Rossano-Cariati ha preso le distanze dalle dichiarazioni di De Mattei, facendo circolare un comunicato stampa nel tentativo di salvare il salvabile: “Nel suo intervento il prof. De Mattei ha fatto riferimento ad un dibattito filosofico emerso tra il ‘700 e l’800 sul senso del male e della sofferenza. In questo ambito egli ha citato la riflessione che Mons. Mazzella ha sviluppato all’indomani del terremoto di Messina del 1908. Con le sue meditazioni il vescovo Mazzella si inseriva in quel contesto culturale dentro il quale esse vanno lette. Quelle considerazioni, lontane dalla sensibilità odierna appaiono difficilmente comprensibili; si tratta di riflessioni che vanno contestualizzate in un ambiente culturale lontano dal nostro. L’equivoco che su alcuni mezzi di informazione si è ingenerato è che Mons. Mazzella sarebbe l’attuale vescovo di Rossano e che quelle considerazioni le avrebbe fatte in relazione alla recente tragedia del Giappone: ciò è evidentemente falso”. Queste affermazioni scongiurerebbero De Mattei dallo scandalo, se non fosse che è stato lui stesso, a inizio trasmissione, a correlare i fatti del Giappone con il pensiero, ormai fatto suo, del Mons. Mazzella. Sono cadute di stile come questa a creare cristianofobia, anche se De Matteo dà la colpa al povero Darwin.
Francesca Ivol