I Forconi paralizzano la Sicilia

forconiProtestano e chiedono interventi urgenti, ma nessuno vuole qualificarsi. “La voce di uno di noi è la voce della Sicilia e del popolo in sofferenza” dicono. Uniti e solidali ieri autotrasportatori, agricoltori, artigiani, allevatori, commercianti, operai e semplici cittadini sono scesi in strada. Come aveva detto Mariano Ferro, leader del Movimento, nei giorni scorsi a Modica per incontrare i sostenitori del gruppo, i lavoratori aspettavano “l’alba di giorno 16”, il giorno del risveglio della Sicilia per iniziare la rivoluzione, una rivoluzione culturale, una rivoluzione pacifica. A Modica, fino a venerdì, si svolgerà il presidio lungo la SS 115 e un corteo si snoderà ogni mattina lungo le vie del centro storico.
“Siamo disperati, troppe tassazioni, troppi costi, non riusciamo a sopravvivere, chiediamo di essere ascoltati e pretendiamo un cambiamento”. E’ corale la voce dei lavoratori, che si sono uniti alla protesta ed hanno sfilato per Modica ieri.
La Sicilia è sotto assedio, o per meglio dire bloccata dai “forconi”, un movimento che si dichiara non-politico, ma forse è il caso di definire anti-politico.
La protesta che sta bloccando la Sicilia riguarda infatti diversi temi: la mancanza di lavoro, il caro-carburante, le banche arroganti, le cartelle esattoriali esose, la burocrazia cieca e lo Stato sordo alle richieste del Sud, ma soprattutto il disprezzo verso la classe politica locale, ritenuta incapace e corrotta.
Lo scenario è surreale: strade occupate, benzina esaurita, scaffali vuoti, disagi e proteste che dilagano per tutta l’isola.
Non si sa quanta “fortuna” avrà la protesta dei Forconi , così come non si conoscono le prospettive di una movimentazione che sembra manifestarsi (per la prima volta in Italia) realmente trasversale, abiurando i partiti e tentando di mettere nel cassetto le divisioni settarie fra “rossi e neri.
Ma la protesta dei Forconi dà l’impressione di un movimento di popolo che si ritrova nella difesa del proprio futuro.
La protesta dei Forconi, caso più unico che raro, sembra uscire da una logica consolidata di manifestazioni di piazza molto liturgiche, in cui le sigle “marcano il territorio” si “contano” andando alla “prova della piazza” invocano il cambiamento … i forconi siciliani cercano di prenderselo, se facciano bene o male come al solito lo dirà la storia, ma sottolineare le differenze in questa fase è un dovere.

Simone Pazzaglia