Lo scacchiere mediorientale continua a presentare colpi di scena. Mentre in Libia ancora si combatte, in Tunisia regna la confusione, il mondo trattiene il fiato per la Siria e lo Yemen, arriva un annuncio a sorpresa dal Cairo. Al Fatah, l’organizzazione palestinese che ha per leader il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmud Abbas), e il movimento islamico Hamas, al potere a Gaza, sono arrivati a un accordo di riconciliazione che dovrebbe ora ricucire la spaccatura e ridare al campo palestinese almeno una parvenza di unità.
Per quanto riguarda la responsabilità per la sicurezza, si è convenuto, secondo le fonti, che temporaneamente questa continuerà ad essere gestita da Hamas a Gaza e dall’Anp In Cisgiordania, dove Al Fatah è la fazione dominante. Cesseranno inoltre gli arresti di rivali politici.
Per quello che riguarda la difficile gestione dei rapporti col vicino Israele il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato ieri (giovedì 28 aprile) in conferenza stampa che i colloqui di pace con Israele sarebbero ancora possibili anche durante il periodo di un nuovo governo transitorio formato con Hamas. Abbas ha affermato che l’organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) che dirige e di cui Hamas non fa parte, sarà comunque responsabile della “politica di gestione, e dei negoziati”.
Contemporaneamente però uno dei leader di Hamas ha detto che i negoziati con Israele non sarebbero parte del programma del nuovo governo non essendo inseriti in alcuna parte dell’accordo. Dall’altra parte è Israele a rifiutare ogni tipo trattativa con Hamas, il cui statuto fondativo ne prevede la distruzione.
Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, dal canto ha replicato che l’Anp deve ora “scegliere tra la pace con noi o quella con Hamas” dato che “una pace con tutti e due è impossibile perchè Hamas aspira a distruggere lo stato di Israele e lo dice apertamente sparando missili contro le nostre città e razzi contro i nostri bambini”. “Dunque – ha proseguito – io penso che l’idea stessa di una riconciliazione dimostra la debolezza dell’Autorità palestinese e solleva l’interrogativo se Hamas prenderà il controllo della Giudea e della Samaria (Cisgiordania) così come ha fatto a Gaza”. La risposta di Hamas non si è fatta attendere e già nella serata di ieri in un comunicato ufficiale si poteva leggere che Israele “non ha nulla a che vedere con la riconciliazione palestinese e in passato è stato d’ostacolo a ciò”.
Abbas ha anche detto nella conferenza stampa di ieri ai giornalisti che la prossima settimana spiegherà le caratteristiche del sospirato governo di unità, aggiungendo che tale governo funzionerà secondo le linee guida stabilite da lui.
“Abbiamo concordato di formare un governo composto da personalità indipendenti, che avrebbe avuto inizio la preparazione per le elezioni presidenziali e parlamentari”, ha detto Azzam al-Ahmad, il capo della squadra di negoziato di Fatah al Cairo. “Le elezioni si terranno in circa otto mesi da oggi”, ha dichiarato, aggiungendo che la Lega Araba dovrebbe verificare l’attuazione dell’accordo.