Il nostro è un Paese dove il potere ha una straordinaria capacità di auto conservarsi. Non che altrove non accada, ma in Italia, nella gestione manifesta o meno della cosa pubblica, troviamo nomi che più o meno nella vita sembrano assurgere al ruolo di boiardi e ininterrottamente ricoprono incarichi favolosi.
Uno dei più celebri (e potenti ?) è senz’altro Giancarlo Elia Valori, Cavaliere del lavoro, Cavaliere di gran croce, Grande ufficiale dell’ordine al merito della Republica, Ufficiale della Legion d’Onore, che vanta nel suo curriculum straordinari risultati: a 23 (!!) anni è cameriere di cappa e spada in Vaticano e nonostante la scomunica della chiesa per gli appartenenti alle logge non si fa mancare importanti partecipazioni alla P2 (da cui risulterà espulso dallo stesso Gelli) e al Grande Oriente.
Ma è nelle aziende che Elia Valori fa letteralmente fuoco e fiamme: vicedirettore generale di ital strade, presidente di Autostrade per l’Italia, Sme, Uir, dal 2006 al 2011 è stato è presidente di Sviluppo Lazio, e dell’impresa edilizia Torno Internazionale S.p.a.; dal 2005 ricopre il ruolo di presidente onorario della Huawei Technologies Italia, è poi presidente della holding La Centrale Finanziaria Generale S.p.a. nonché dal 2009 è Presidente della delegazione italiana della Fondazione Abertis.
E’ di ieri la notizia che il Gup del Tribunale di Roma, Maria Buonaventura, ha rinviato a giudizio Giancarlo Elia Valori in relazione al tentativo di scalata ad Alitalia. Inizialmente la Procura aveva chiesto l’archiviazione per Elia Valori, Dini e Prati, in quanto non erano emersi elementi che potessero provare una loro partecipazione alla diffusione di notizie sull’offerta della cordata Baldassarre per Alitalia.
Ma fatti recentemente emersi hanno di fatto cambiato l’impressione del Gup e di qui la decisione del rinvio a giudizio: Valori, Prati, Dini sono accusati di aggiotaggio in concorso con l’ex presidente della Consulta, Antonio Baldassarre, già a processo per questa vicenda. Il processo è fissato per il prossimo 22 novembre davanti alla sesta sezione collegiale.
La notizia è inquietante soprattutto tenendo presente che il nostro si è più volte affacciato anche a Civitavechia e non è mistero il suo ottimo rapporto col territorio: la passione per il mare nostrum dell’ex big di Autostrade è certificata dal suo volume “Il mediterraneo del terzo millennio” (2000 – “Stagioni d’Italia”), e proprio Civitavecchia secondo i piani di Valori avrebbe dovuto essere al centro di un network mediterraneo; a certificare il legame con Civitavecchia, infine, vanno anche menzionate le indiscrezioni di un’autorevolissima testata nazionale che a suo tempo avrebbe indicato il nostro come papabile alla succesisone del fu presidente Ciani all’autorità portuale, poi assegnata a Pasqualino Monti.
Simone Pazzaglia