CIVITAVECCHIA – “Coniugare solidarietà ed accoglienza umanitaria con una importante opportunità di lavoro per il territorio”. Questo il messaggio lanciato dall’assemblea pubblica promossa dalla Cgil territoriale che si è svolta l’altro ieri pomeriggio a Ladispoli, coinvolgendo anche i Comuni di Civitavecchia e Cerveteri sui temi dell’accoglienza, della solidarietà, immigrazione, inclusione ed integrazione. Un’iniziativa partecipata dopo le indiscrezioni intervenute negli ultimi giorni che indicano il porto di Civitavecchia come una possibile sede per lo smistamento dell’attuale straordinario flusso di migranti (che sta segnando le coste italiane) e nella Caserma De Carolis una struttura dedicata per l’accoglienza.
In questo contesto è stata affrontata la questione del coinvolgimento del nostro territorio nella gestione dell’accoglienza di profughi e rifugiati.
“Un tema che – commenta il Segretario territoriale della Cgil Civitavecchia Roma Nord Cesare Caiazza – nell’interessare il necessario contributo per ‘salvare vite umane’, non può vedere il prevalere della logica del ‘non nel mio cortile’. Semmai, guardando a quanto emerso relativamente all’inchiesta ‘Mafia Capitale’, occorre chiedere una immediata apertura di confronto con tutte le Istituzioni preposte. Il ruolo del porto di Civitavecchia ed eventuali momenti di accoglienza dovranno essere fondati su scelte logistiche, progetti e su una gestione, all’impronta della piena Legalità e trasparenza. Un’esperienza nella quale, senza lasciare nulla al caso e all’improvvisazione, si dia il massimo di aiuto e conforto agli immigrati non contrapponendoli ma integrandoli con il tessuto cittadino. Bisogna evitare di ripetere quanto avvenuto del 2011, quando Civitavecchia fu coinvolta attraverso l’utilizzo della Caserma De Carolis come sede per l’accoglienza di profughi e rifugiati. Una vicenda segnata da grande e caotica improvvisazione che, tirando le somme, non ha fornito un’accoglienza di qualità ai migranti, creando disagi e paure per la comunità che ancora, in ragione delle code, si trascinano nell’oggi”.
E’ urgente pertanto, secondo la Cgil, l’apertura di un Tavolo, nel quale siedano Governo, Prefettura, Regione Lazio, Comuni del territorio, forze sociali ed associazioni, “finalizzato a definire le più idonee ed opportune modalità di gestione per un positivo contributo ad un’emergenza che purtroppo si preannuncia lunga. Il modello al quale guardare è quello della Toscana, fatto di smistamento di piccoli gruppi di migranti, in maniera diffusa, su tutto il territorio regionale; evitando concentramenti di migliaia di persone nello stesso sito”.
“Se il Porto di Civitavecchia e la Caserma De Carolis dovranno essere utilizzati come punti e strutture per lo smistamento di profughi e rifugiati – conclude Caiazza – occorrerà prevedere procedure e protocolli certi e trasparenti. Bisognerà anche, a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti esperienze, che vi sia una importante ricaduta occupazionale sul territorio rispondendo, almeno in parte, alla grave emergenza del lavoro che lo segna. Tra i necessari lavori per la ristrutturazione e la realizzazione delle Strutture necessarie e le attività per l’accoglienza, è presumibile ipotizzare centinaia di occasioni occupazionali. Un lavoro di qualità (con diritti e tutele) da mettere al servizio di una iniziativa volta all’accoglienza umanitaria e alla solidarietà”.
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