Cibi made in Italy dai cinesi? No grazie

alimenti cibo prodottiA quando una legge ad hoc a tutela dei prodotti italiani? Se lo chiede la Lega della Terra dopo il recente scandalo della carne suina alla diossina. Ultimo di una lunga serie dopo i vari allarmi alimentari lanciati già nel 2011, con il caso della “Mucca pazza”. “Scatenarono il panico tra tutti noi – ricorda la Lega della Terra – agricoltori e consumatori: gli allevatori italiani automaticamente non hanno più goduto della fiducia dei consumatori che, dal canto loro, erano bersagliati dalla stampa che li metteva in guardia dall’acquistare carne di mucca. Ed era solo il 2001. Nel 2005 scoppiò lo stesso allarme a causa dell’aviaria, l’influenza che colpiva i polli. Stessa causa, stessa conseguenza: pochissimi italiani compravano carne di pollo e ciò aiutò l’aumento della crisi economica, soprattutto legata al mondo dell’agricoltura, che, come sappiamo, è una delle più importanti risorse della nostra Patria.” A seguito di queste emergenze la mancanza di una legge ad hoc a tutela dei prodotti italiani secondo la Lega hanno fatto sì che italiani che si siano affidati a prodotti molto economici e di dubbia provenienza. Con risultati pericolosi. “Basti pensare – continua dalla Lega della Terra – all’enorme offerta dei prodotti made in Italy realizzati in Cina ed esportati nel nostro Paese”, senza dimenticare lo scandalo relativo ai latticini alla melammina. O i bambini morti a causa del latte cinese. “Secondo un’indagine Coldiretti, il 97% degli italiani vuole la sicurezza alimentare che gli spetta, vuole sapere cosa mangia, vuole che vengano indicati il luogo di allevamento e coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti che comprano.” La Lega della Terra ricorda comunque che, dopo anni “in cui si stima una perdita addirittura di cinque miliardi”, si può sapere da dove proviene ciò che mangiamo e chiosa con un invto ai consumatori a leggere sempre le etichette dei prodotti. “Consigliamo caldamente – concludono – di non comprare cibi made in Italy dai cinesi: ne va della nostra salute”.