Appello di Amnesty contro la repressione violenta in Libia

scontri libiaAmnesty International ha sollecitato le autorità libiche a porre fine all’uso eccessivo della forza per reprimere le proteste anti-governative, all’indomani dell’uccisione di almeno un altro manifestante da parte della polizia.
Nacer Miftah Gout’ani è stato ucciso a colpi di arma da fuoco il 17 febbraio, nel corso di una manifestazione indetta in occasione del ‘giorno della collera’ nella città di Al Bayda, 100 chilometri a est di Benghazi. Decine di altre persone sono rimaste ferite. Negli scontri sono rimaste uccise almeno altre due persone e oltre 30 sono state ferite, di cui 11 in condizioni critiche. Numerosi sono stati gli arresti.
Le ultime notizie parlano poi di decine e decine di morti negli scontri avvenuti a Tripoli e nella altre principali città libiche. Associazioni non governative stimerebbero in alcune centinaia le vittime di questi giorni.
“Le autorità libiche hanno cercato di smorzare la protesta anche prima che i manifestanti scendessero in piazza, ma non ha funzionato. Allora hanno iniziato a usare metodi brutali per punire e impaurire I manifestanti – ha dichiarato  Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International – La polizia ha il dovere, in Libia come altrove, di garantire l’ordine pubblico ma questo non significa usare armi letali o usare la forza eccessiva contro manifestanti pacifici. Anche quando le proteste si fanno violente, l’intervento della polizia non deve essere sproporzionato ne’ eccessivo. Il ricorso alle armi letali dev’essere considerato solo come risorsa estrema”.
Gli altri due manifestanti uccisi il 17 febbraio sono Sa’d Idriss al-Yamani and Khaled Ennaji Khenifer. Una terza persona, una donna di cui non conoscono le generalità, è stata uccisa da un proiettile mentre stava assistendo alle proteste da una finestra della sua abitazione.
“Le autorità libiche – ha aggiunto Smart -devono consentire lo svolgimento delle proteste pacifiche. La polizia e le forze di sicurezza devono rispettare i diritti dei manifestanti e non violarli. Il governo deve tenere a bada le proprie forze e ordinare l’apertura di un’inchiesta immediata e imparziale sull’uso della forza letale ed eccessiva cui si e’ ricorso finora”.