In questo fine settimana saranno in molti a festeggiare per molteplici e svariati motivi. C’è chi farà la tradizionale gita fuoriporta, precipitazioni atmosferiche permettendo, chi andrà al concerto del Primo maggio a Roma, chi parteciperà alle innumerevoli fiere sparse sul territorio nazionale, chi sfiderà la folla e si recherà nella blindatissima Città del Vaticano per assistere alla beatificazione di Papa Wojtyla, chi si godrà semplicemente la domenica e chi, attenendosi alle tradizioni più antiche, celebrerà l’originaria festa di Beltane. Come ogni festa attuale, oltre i motivi storico-culturali che si aggiungono nel tempo, anche il Primo maggio affonda le sue radici in una festa pagana: Beltane. Essa è la terza festa del Fuoco celtica e rappresenta il ritorno alla vita e la celebrazione della fertilità nel mondo ed è conosciuta anche con il nome di Calendimaggio, la vigilia di Maggio che segnava l’inizio dell’estate. È il giorno situato a metà fra l’equinozio di primavera ed il solstizio estivo e si celebrava intorno al 30 aprile, ma con il succedersi dei calendari e il modificarsi della velocità di rotazione e dell’inclinazione dell’asse terreste, nonché con la sovrapposizione storica di più festività, diciamo che si può ricondurre ad un arco di tempo compreso tra il 30 aprile e il 7 maggio, ma per convenzione è più “comodo” festeggiarlo in occasione del primo giorno del mese di maggio. Letteralmente la parola Beltane significa splendente, fuoco brillante, e si riferisce al fuoco acceso da un Druido in onore del dio proto-celtico Bel. Durante questo giorno il dio cornuto moriva o veniva vinto dalla dea, rinascendo poi come suo figlio e recuperando il suo ruolo di consorte la fecondava dando così inizio alla sua stessa rinascita. Una credenza popolare ritiene che la rugiada del mattino di Beltane racchiuda proprietà sensazionali, tra cui quella di favorire al bellezza di una donna per l’intero anno. Alla vigilia della festa i Celti preparavano due grandi falò con nove legni sacri, all’interno dei quali venivano ritualmente spinte le greggi, portate ai pascoli dopo lo svernamento, per purificarle e proteggerle per il resto dell’anno. I fuochi simboleggiavano il ritorno alla vita e alla fecondità della terra. I festeggiamenti includevano anche scherzi e divertimenti in giro per le campagne, notti trascorse nelle foreste e balli intorno all’Albero di Maggio. Poco è cambiata la tradizione, i giovani dormono ancora oggi in campagna, non all’aria aperta ma in tende e non per celebrare la natura ma per prendere il posto migliore per il giorno seguente, ma tutto sommato non ci si può lamentare. Beltane era il tempo della sensualità rivitalizzata, del risveglio della terra e dei suoi frutti, non a caso oggigiorno è il mese dei matrimoni, il primo maggio era infatti solito nelle campagne nominare la Regina di Maggio, la Regina dei Fiori o spesso la Coppia Sacra: il Re e la Regina che aprivano la processione questuante e benedicente insieme all’Albero di Maggio decorato. Sostituti del Re e della Regina di Maggio erano gli sposini: un bambino e una bambina dell’età di dodici anni circa che venivano vestiti da sposini e aprivano la processione. Il matrimonio sacro e ritualizzato non fa che riportare alla memoria le antiche celebrazioni delle unioni tra il Dio e la Dea per rinnovare la vegetazione e l’annata produttiva. Alla vigilia di maggio si tagliavano rami di biancospino per decorarvi l’esterno delle case perché il biancospino è l’albero della speranza, del piacere e della protezione o si addobbavano grandi alberi con nastri rossi, salsicce, dolci e altri cibi. L’albero rappresenta la relazione dell’umano col divino ed è simbolo statico del perennemente uguale e dell’eterno ritorno e durante le feste si usava danzarci intorno pe propiziare nuovi amori. In qualunque modo decidiate di passare questa giornata, buon Beltane!
Francesca Ivol