CIVITAVECCHIA – Recita un noto adagio: la pubblicità è l’anima del commercio. Proprio perché ha sulle spalle questa responsabilità la pubblicità si è dotata di un codice deontologico e non può essere ingannevole. Se tale regola vale per il commercio ancor di più dovrebbe valere per la politica e le relative le campagne elettorali.
Sono anni che i civitavecchiesi vengono sistematicamente ingannati con una propaganda poco veritiera sul porto. Attualmente tale campagna è finalizzata a favorire (ancora una volta) l’attuale Sindaco. E’ necessaria dunque un’operazione verità.
Partiamo dal tanto strombazzato record sul crocierismo del nostro scalo. Tale record è dovuto quasi esclusivamente a condizioni ambientali favorevoli. Ossia dal fatto che Civitavecchia ha un porto il cui alto fondale permette l’attracco di navi di grandi dimensioni e che la nostra città si trova ad un tiro di schioppo da Roma, la meta dei crocieristi.
Con una propaganda ingannevole l’attuale Sindaco (ex Presidente dell’Autorità Portuale) vinse le elezioni nel 2007 presentandosi come colui che aveva fatto grande lo scalo marittimo e altrettanto avrebbe fatto con Civitavecchia. Omise (e ancora oggi omette) di dire che lo sviluppo del porto della nostra città fu dovuto agli ingenti finanziamenti per il Giubileo del 2000. Finanziamenti decisi dal Governo nazionale di centrosinistra. Insomma, in quegli anni le casse dell’Authority straripavano di denaro ed era impossibile sbagliare. Quando poi Moscherini si è misurato con la gestione del Comune ha ampiamente dimostrato ai cittadini di Civitavecchia di non essere un manager capace: fra pochi mesi lascerà infatti una città in ginocchio e un Comune indebitato fino al collo.
Per quanto riguarda più strettamente l’attualità del porto, la grande sensibilità espressa con l’installazione della centralina per il monitoraggio dell’aria è arrivata con la nomina a Procuratore della Repubblica di Gianfranco Amendola, di cui è notissima l’attenzione verso l’ambiente e dopo le denuncie penali della Guardia Costiera nei confronti di capitani di alcune navi che con i fumi esageravano davvero.
Riguardo poi ai vari protocolli d’intesa con Prefettura e forze dell’ordine per combattere la criminalità ci si permetta di osservare che sembrano più trovate ad effetto che strumenti nuovi e attivi. Prescindendo da protocolli di qualsiasi natura, non è forse dovere di tutte le istituzioni contrastare la criminalità?
Allora se la si vuole finire con la pubblicità ingannevole ci sono tre cose da fare su cui invitiamo il Presidente dell’Autorità Portuale ad adoperarsi. Primo, aprire un tavolo con Trenitalia affinché i milioni di crocieristi che prendono il treno da Civitavecchia per andare a visitare Roma non viaggiano in condizioni da terzo mondo come accade oggi dando così una pessima immagine del nostro Paese (e costringendo i tanti pendolari di Civitavecchia a una vita assai difficile). Secondo, aprire seriamente il porto alla città, al suo commercio e ai suoi servizi al fine di captare la domanda turistica dei crocieristi e degli equipaggi delle navi. Terzo, il porto di Civitavecchia manca di traffici commerciali di pregio, ossia di merci containerizzate. A fronte di pochissime migliaia di container che arrivano e partono dal nostro scalo ci sono porti come La Spezia e Livorno che movimentano numeri di gran lunga superiori ai nostri. Civitavecchia deve recuperare questo gap per far crescere davvero il proprio scalo e dare nuova occupazione.
Patrizio De Felici – Segretario Pd Civitavecchia