“Droga e politica, un binomio inaccettabile”

CIVITAVECCHIA – Si ripropone di tanto in tanto la questione dell’uso della droga da parte di politici locali. Questa volta l’assuntore sarebbe un componente del massimo organo rappresentativo cittadino.
Appare ovvio che i consiglieri comunali, in forza della dimensione pubblica del loro mandato,  sono tenuti a dare prova di comportamenti assolutamente virtuosi, e pertanto non possono essere neppure sfiorati dal sospetto di essere dediti alla droga. Una evenienza del genere contrasta con l’etica pubblica, tocca la coscienza e la dignità del cittadino e compromette il prestigio dell’intero Consiglio. Senza considerare i costi che comporta una tale condizione.
E poi, persone che si sono impegnate a interpretare al meglio le istanze dei cittadini e ad orientare le sollecitazioni da essi ricevute verso decisioni provviste di utilità sociale, che abbisognano quindi della massima lucidità per svolgere nel migliore dei modi la loro attività, non possono assolutamente versare in uno stato di dipendenza da sostanze stupefacenti. La tossicodipendenza influenza inevitabilmente non solo la loro azione ma anche l’attuazione e la formazione della politica amministrativa dell’organismo a cui appartengono.
Sono concetti che furono da noi già espressi l’anno scorso proprio nella massima assise cittadina e che trasferimmo in  una mozione – approvata a maggioranza – con cui invitavamo i consiglieri a sottoporsi volontariamente ad un test antidroga serio e scientificamente valido, e a renderne pubblici i risultati. Ci fu chi dissentì, definendo l’iniziativa inutile e populistica, e nulla fece per dare un seguito a quanto approvato. Come Movimento politico tornammo sull’argomento all’inizio del corrente anno 2011.
Al punto in cui siamo il discredito viene procurato dai fatti di cui in premessa, se appena consideriamo la preoccupante situazione in cui vediamo precipitata la figura del politico al cospetto dell’intera città, che ci guarda e valuta la nostra capacità di reazione. Né è pensabile che una riflessione sulla diffusione del fenomeno della droga in città ad opera di un’assemblea che però non ne è indenne possa avere significato alcuno.
Per cui ci sentiamo di reiterare l’invito a suo tempo rivolto alla stessa Amministrazione comunale a farsi parte attiva nella soluzione del problema in esame (che screditando il massimo organo rappresentativo locale, la coinvolge comunque, a prescindere dalla militanza partitica del consigliere in questione) e ad assumere l’iniziativa di invitare la generalità dei consiglieri comunali a sottoporsi ad un test antidroga da essa prescelto, accollandosi le spese relative.  Per ciò che ne sappiamo sarebbe assolutamente idoneo il test dei bulbi capillari, il cui costo, non è proprio trascurabile, ma è compensato da un’elevata attendibilità.
E riteniamo importante dare un esempio concreto in tale direzione. Preannunciamo infatti che entro il corrente mese di luglio il consigliere Balloni e l’assessore Campidonico si sottoporranno al test del bulbo capillare. Accollandosi ciascuno la spesa di 500 euro.

Il Consiglio direttivo del Polo civico