Costa Concordia: pericolo per i nostri mari?

67966433CIVITAVECCHIA – Già da qualche giorno al largo dell’isola del Giglio sono iniziate le operazioni di rimozione delle oltre 2000 tonnellate di carburante contenute nei serbatoi della nave naufragata lo scorso 13 gennaio. Secondo quanto riportato dalla Protezione civile la nave sarebbe stata circondata da panne assorbenti al fine di evitare la diffusione di idrocarburi nel mare mentre bracci aspiranti e skimmer ripulirebbero il fondale. Tuttavia alcune segnalazioni arrivate al nostro giornale hanno sollevato dubbi rispetto alla capacità di arginare il rischio inquinamento di queste operazioni. Riteniamo quindi opportuno segnalare le questioni sostenute dalle nostre fonti,  specificando tuttavia che su molte delle affermazioni riportate non siamo in grado – per insufficienza di dati in nostro possesso al momento – di fornire una evidenza scientifica.   Secondo quanto riportato da chi si definisce accreditato in materia di salvaguardia delle coste infatti, pare che le barriere assorbenti poste attorno alla nave possano raccogliere solo poche decine di litri di idrocarburo, prima di dovere essere sostituite. Sostituzione che non sarebbe avvenuta così come, sempre secondo il nostro informatore, non si sarebbe mai intervenuti con i famosi skimmer per la pulizia dei fondali al contrario di quanto sostenuto da molta stampa. Nella fase di sversamento del carburante poi, sarebbero state impiegate le cosiddette “barriere d’altura” – posizionate già dieci giorni fa attorno al perimetro della nave – che tuttavia per loro conformazione non sarebbero in grado di arginare la fuoriuscita di sostanze inquinanti al largo delle nostre coste. Un video caricato al seguente link: http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/video/2012/01/23/visualizza_new.html_48817429.html, mostrerebbe la simulazione del movimento d’espansione del combustibile in mare in caso di fuoriuscita. Stando alle immagini dopo una prima espansione a nord la contaminazione si sposterebbe verso sud con il coinvolgimento dei nostri mari.
Insomma, se le teorie portate avanti da questa nostra fonte si verificassero attendibili il pericolo di inquinamento ci riguarderebbe molto da vicino: basterebbe infatti che venti da nord o nord ovest soffiassero al largo del Giglio perché le sostanze inquinanti arrivino fino alle nostre coste, provocando danni irreparabili. Se queste teorie fossero veritiere, dovremmo imputare alle fonti ufficiali l’ennesimo peccato di omertà: ma prima di lanciare accuse, ci riserviamo di approfondire ulteriormente la questione, coinvolgendo se il caso altri esperti del settore.