CIVITAVECCHIA – Il Conti Curzia, un’istituzione che a Civitavecchia ha operato per un decennio nel settore dello studio e della cura delle patologie polmonari, annunciava due mesi fa la propria chiusura. Per il venir meno del proprio fine istituzionale che è quello di contribuire attraverso la propria attività a combattere le dette malattie. I risultati delle indagini e degli studi effettuati in tale ambito non venivano infatti sfruttati dall’Osservatorio ambientale che nel frattempo era stato potenziato e aveva assunto una dimensione comprensoriale.
Eppure importanti erano state le ricerche epidemiologiche nel campo delle malattie polmonari condotte dall’istituto diretto dal dottore Mauro Guerrini con la collaborazione dell’università La Sapienza di Roma. E i risultati relativi erano stati portati alla conoscenza delle istituzioni e della collettività. Con conseguenze indubbiamente importanti ai fini della presa di coscienza dei rischi derivanti dalla precaria condizione ambientale e igienico sanitaria del nostro territorio.
Difficili da subito i rapporti tra il Conti Curzia e l’attuale Amministrazione comunale, che è sembrata insensibile ai risultati degli studi portati a termine nel delicato ambito delle malattie polmonari da questa onlus. Un organismo costretto a difendersi dai sospetti di mala gestione e confinato in una condizione di semiriconoscimento protrattasi per un lungo periodo. Un fatto che ha contribuito, con tutta probabilità, a determinarne lo stato di crisi.
Crisi che non si è risolta neppure nell’incontro dei sindaci rappresentati nell’Osservatorio ambientale (nuova versione) svoltasi nel marzo scorso a palazzo del Pincio per fare il punto sull’attività svolta e programmare quella futura. Perché nell’occasione, stando ai resoconti degli organi d’informazione, ci si è riferiti al Conti Curzia non per riconoscerne il ruolo sin qui svolto a tutela della salute della popolazione ma piuttosto per avanzare una richiesta di relazioni e di dati sull’attività portata a termine e sulle potenzialità di utilizzo delle sue strutture.
Una riunione, pertanto, priva di prospettive e di risultati, se è vero come è vero che tre mesi dopo il Conti Curzia si vedeva costretto a chiudere i battenti per il motivo richiamato in premessa.
Ma – per taluni – le strutture che si chiudono si possono poi riaprire. Il tempo perso, le delusioni patite, le diseconomie imposte, le potenzialità non sfruttate non contano.
Chissà a che cosa è dovuto questo cambiamento di rotta. Sarà una resipiscenza connessa allo scampato pericolo dell’incidente di Torre Nord o piuttosto una strategia di natura politico – partitica?
Vogliamo augurarci che sia proprio il segnale di un ritorno di attenzione nei confronti della salute dei cittadini.
Il Consiglio direttivo del Polo civico