Siccità, Minnucci: “Inaccettabile provocazione di Acea in Commissione”

ROMA – “Lanzalone è senza vergogna, così come la società che rappresenta indecorosamente. Oggi è venuto in Commissione Ambiente a raccontarci la favoletta della buona notte dipingendo Acea come la principessa della gestione idrica che suda le cosiddette sette camicie per risolvere il problema della siccità a Roma e quello del Lago di Bracciano”. Lo ha detto il deputato PD, Emiliano Minnucci, che oggi è intervenuto in Commissione Ambiente nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla.

“Lanzalone – aggiunge Minnucci – oggi come ieri, dovrebbe solo fare ammenda e rimboccarsi le maniche per mettere in campo un piano di investimenti serio che, oltre a limitare le dispersioni idriche in essere, preveda un valido potenziamento della rete idrica che tuteli tutte quelle risorse ambientali utilizzate fin oggi come pozzi senza fondo. Tra queste, ovviamente, il Lago di Bracciano che sta morendo a causa della sua negligenza tanto da non essere riuscita tempestivamente a porre rimedio a quella situazione di forte stress già molto evidente otto mesi fa. Secondo Lanzalone, Acea ha interrotto i suoi prelievi dal bacino a partire dal 12 agosto: se questo fosse vero perché da Piazzale Ostiense si sono appellati al Tribunale delle Acque per bloccare la prima ordinanza Zingaretti? Perché Acea non ha mai consentito l’istallazione di un contatore pubblico per permettere a tutti di verificare la quantità delle captazioni presso le Idrovore di Anguillara? Due domande chiare e molto semplici a cui il Presidente Acea si è limitato a non rispondere. Lanzalone ha invocato il Padre Eterno per risolvere il problema siccità. Senza giocare con i fanti e lasciando stare anche i santi, io, invece, chiedo al Ministro Galletti di scendere in campo con determinazione al fine di inchiodare Acea alle proprie responsabilità per salvaguardare ciò che resta del Lago di Bracciano. Il Ministro, dunque, cosa aspetta ad intervenire? – conclude Minnucci – Quanto deve durare ancora questo atteggiamento omissivo rispetto alle proprie responsabilità?”.