Tra “grandi fratelli” e vampiri imbranati il cinema si popola di citazioni

the hunger gamesEchi nazional popolari e remake d’autore affollano le sale cinematografiche in questa settimana primaverile: e mentre il festival di Cannes è alle porte (inaugurerà la Croisette il prossimo 17 maggio “Moonrise Kingdom” di Wes Anderson) le sale nostrane ci offrono una bella scorpacciata di pellicole internazionali. I patiti delle saghe – per intenderci, quelli che non hanno perso neanche un episodio di “Harry Potter” o attendono in trepidazione gli sviluppi della vampiresca storia d’amore di “Twilight” – non avranno certo dubbi su cosa scegliere: “The Hunger Game” primo capitolo della saga futuristica e apocalittica di Suzanne Collins (bestseller negli Stati Uniti) è già campione di incassi dopo la prima settimana di programmazione: atmosfere apocalittiche alla McCarthy, echi del futurismo distorto che si legge nei romanzi di Ishiguro o di Margaret Atwood, senza dimenticare Orwell ma anche il molto più popolare Grande Fratello, questo primo capitolo cinematografico mescola la fantascienza al classico racconto di formazione. Il racconto è anche una metafora della decadenza occidentale, del totalitarismo televisivo, e del dominio dell’immagine sull’individuo. In un futuro imprecisato, il regno di Panem è frantumato in contee che sopravvivono all’ombra dell’opulenta e imponente Capitol City. Per salvare la sorella, la protagonista Katniss Everdeen (una brava e bella Jennifer Lawrence, già vista nel notevole “Un gelido inverno”) si offre come tributo per i nazionali Hunger Games, una manifestazione annuale che prevede il sorteggio di ventiquattro ragazzi (due per ogni contea) che dovranno sfidarsi in un gioco al massacro dal quale uscirà un unico superstite. Ovviamente, il tutto è seguito in diretta nazionale ventiquattrore su ventiquattro. Costretta dal destino al più crudele reality show della storia, Katniss dovrà giocare di strategia, adattarsi alle regole della finzione a costo della vita, entrare in un mondo virtuale in cui di reale c’è solo la morte. Adrenalina e azione, ma anche una riflessione critica intelligente sulla decadenza della civiltà, sulla violenza televisiva, e sulla distruzione (in questo caso anche fisica) del pensiero umano da parte dei media. Il film è ancora in programmazione a Tarquinia.
Altro evento ‘visionario’ è l’ultima fatica del folle Tim Burton, che dopo il successo di “Alice in Wonderland” torna sul grande schermo con una favola nera, rispondendo ai vampirini di Twilight, con il suo tenero e agghiacciante attore feticcio Johnny Depp. Tratto da una serie televisiva degli anni ’70 firmata Dan Curtis, “Dark Shadows” racconta del ricco rampollo Barnabas Collins (Depp) trasformato in vampiro e seppellito vivo dal maleficio della strega Angelique (la bella e ‘diabolica’ Eva Green), amante non corrisposta di Barnabas. Risvegliatosi dopo un centenario sonno negli anni ’70, Barnabas troverà la sua tenuta molto cambiata, e in mano a una famiglia sgangherata. Tra equivoci, umorismo nero e quel tocco kitsch che non guasta, Burton ritrova la verve di una volta e ci regala quello che si annuncia un piccolo gioiello della cinematografia di genere. In programmazione a Tarquinia e a Civitavecchia.

Francesca Montanino