Ruggeri regala emozioni ai detenuti del Carcere di Aurelia

CIVITAVECCHIA – I grandi successi di Enrico Ruggeri hanno chiuso la prima edizione del progetto ‘La mia libertà-Note in Carcere’, nato da un’idea di Franco Califano per portare la musica nelle carceri, promosso dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, e realizzato insieme all’agenzia Joe&Joe.

Ruggeri è stato accolto nel teatro della casa circondariale di Civitavecchia, ristrutturato dai detenuti e inaugurato con l’esibizione del cantautore italiano. In platea insieme a detenute e detenuti, il vicepresidente Cangemi, il direttore del carcere, Patrizia Bravetti, rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle tante associazioni che sostengono le attività dell’istituto penitenziario. Ruggeri ha suonato i suoi pezzi che hanno fatto la storia della musica italiana: da ‘Mare d’inverno’ a ‘Si può dare di più’ passando per ‘Quello che le donne non dicono’ senza tralasciare brani che hanno segnato la sua carriera come ‘Contessa’, ‘Il Portiere di notte’ e una acclamatissima ‘Mistero’.

La rassegna ‘La mia libertà-note in Carcere’, partita a luglio, ha coinvolto le strutture penitenziarie Rebibbia femminile, Casa circondariale di Velletri, Regina Coeli, Rebibbia Nuovo Complesso, Casa Circondariale di Civitavecchia dove si sono esibiti oltre ad Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi, Dolcenera, Marcello Cirillo e Mario Zamma.

“A Civitavecchia termina la prima edizione del progetto la mia libertà che ha riscosso grande apprezzamento negli istituti – dichiara Cangemi – Volevamo esaudire il desiderio di Franco Califano, di portare, attraverso la musica, serenità e sostegno nelle carceri, non solo ai detenuti ma a tutto il personale impegnato ogni giorno nella gestione della vita carceraria. Stiamo lavorando per ripetere l’iniziativa a dicembre, durante il periodo natalizio, particolarmente delicato per chi si trova in stato di detenzione. Ringrazio i direttori che hanno accettato di condividere con noi questa esperienza e gli artisti per la disponibilità, l’impegno e l’intensità, davvero tanta, con cui hanno affrontato questo cammino negli istituti penitenziari”.