L’imperatore Marco Aurelio, ricordato dalla storia come un uomo di grandezza d’animo, disse ” La gentilezza è la delizia più grande dell’umanità”.
Filosofo e cultore della gentilezza umana ringraziò , in una delle sue opere, il nonno Vero per avergliela insegnata in modo da evitare gli stati di ira.
Nel vocabolario Treccani la gentilezza viene definita: nobiltà, amabilità, garbo, cortesia nel trattare con gli altri. Merce rarissima da trovare oggi nonostante sia una qualità di una bellezza disarmante. Le persone gentili sono persone forti, sicure di se stesse, con personalità e equilibrio, non hanno bisogno dell’arroganza e della prepotenza per interagire con gli altri. L’aggressività, la rabbia, la maleducazione sono caratteristiche comuni di deboli e insicuri. Ci vuole tanto coraggio nel rispondere con garbo a chi fa della volgarità uno stile di vita. L’animo gentile non è sinonimo di cedevole o arrendevole, tutt’altro dimostra grandi capacità intellettive e culturali. E’ una capacità che va coltivata giornalmente, richiede tempo e una buona dose di impegno.
Nella definizione sopra riportata viene usato il termine “nobiltà”, ad indicare la fattura pregiata di un sentimento che non appartiene nella manifestazione a tutti.
Eppure è fonte di gioia e di grande rispetto per gli altri e per se stessi perchè la gentilezza è una grande forma di altruismo. Il cuore umano è capace sia di grande nobiltà che di violenta brutalità. E’ nostra responsabilità decidere dove dirigere il nostro cuore.
“Questa è la mia semplice religione. Non c’è bisogno di templi; non c’è bisogno di filosofie complicate.
La nostra stessa mente, il nostro stesso cuore è il nostro tempio; la filosofia è la gentilezza.” (Dalai Lama)
Roberta Piroli