“L’Americah”. Se le Giornate della Memoria servono a ricordare…

La notte del 10 dicembre scorso sono state rubate venti pietre d’inciampo da via Madonna dei Monti, a Roma.
Pietre create da un artista tedesco, Gunter Denming, in memoria delle famiglie ebree Di Castro e Di Consiglio, deportate nei campi di sterminio.
Non è stato solo un furto compiuto per trarne un utile personale, un oltraggio alla memoria, si è trattato di un atto vile.
Le pietre originali, blocchetti di bronzo della grandezza di un sampietrino, non sono più state ritrovate.

Durante il mio viaggio a Berlino, nel quartiere ebraico, si “inciampa” in queste pietre praticamente ovunque.
Chiunque ci sia stato e si sia avvicinato al cimitero ebraico, completamente raso al suolo, è rimasto in silenzio e in raccoglimento davanti a quel prato di edera perfettamente curato e tagliato, il cui terreno ospita i resti delle lapidi che non ci sono più.

Le pietre d’inciampo sono memoria storia e anche arte urbana. Un ricordo nella quale inciampare affinché non si dimentichi anche quando si è distratti.
Pochi giorni fa, con una breve cerimonia, sono state ricollocate al loro posto, nel quartiere Monti, e ne sono state posizionate altre in altri quartieri.
Tra poco si celebrerà la giornata della memoria.
Mai come quest’anno la ricorrenza nel nostro Paese dovrebbe assumere una valenza particolare.
In un Paese nel quale le parole “accoglienza”, “buonismo” e qualsiasi richiamo alla solidarietà sono diventati così impopolari.

Nello stesso anno tre ragazze polacche partono per una gita scolastica e durante la visita ad Auschwitz si scattano un selfie con il saluto nazista, una donna indossa una maglia con la scritta “Auschwitzland” ammiccando al parco divertimenti della Disney, e qualcuno trafuga delle pietre d’inciampo.
I governi attuali italiani e polacchi si stringono la mano e studiano campagne d’odio anti accoglienza.

Se le “giornate della memoria” servono a ricordare ciò che è stato e ciò che non deve più accadere, servono ancor di più oggi, ad imparare a riconoscere pericolosi segnali di una deriva razzista, xenofoba, di cultura d’odio e paura.

 

VDG