L’abominio dei lager nel racconto di Shlomo Venezia

shlomo veneziaCIVITAVECCHIA – Toccante testimonianza quella di Shlomo Venezia, sopravvissuto al campo di sterminio Birkenau – Auschwitz, ospite ieri pomeriggio del Liceo Classico Padre Alberto Guglielmotti.
L’incontro è stato introdotto da una interessante spiegazione con l’accompagnamento di musiche ed immagini di Paola Salzillo, Luca Sabatini, Benedetta Catoni e Fabrizio Vannicola, i ragazzi che lo scorso aprile hanno partecipato al Viaggio della Memoria organizzato dalla Provincia di Roma con il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore Paola Rita Stella, presente ieri all’iniziativa.
Shlomo Venezia, 87 anni, ebreo di nazionalità italiana, nato a Salonicco, in Grecia, e da lì deportato dai nazisti all’età di 20 anni, è uno dei pochi che ha potuto e può ancora raccontare cosa avveniva davvero in quei campi dell’orrore. Lavorava nel Sonderkommando (unità speciali), come ha raccontato al commosso pubblico che l’ha voluto ascoltare, una squadra di ebrei a cui venivano fatti radere e togliere i denti d’oro a chi veniva ucciso nelle camere a gas. Un compito tremendo che anche i nazisti si rifiutavano di fare e che quindi era affidato a chi sarebbe diventato a sua volta vittima di tali atrocità. Queste squadre venivano periodicamente uccise per mantenere il segreto sul funzionamento delle camere a gas; Shlomo Venezia è il solo in Italia che ha potuto raccontare quel che con i suoi occhi ha visto fino a quel 6 Maggio in cui è stato liberato dagli americani.
Un viaggio, quello che la Provincia di Roma organizza ormai da qualche anno, di un’importanza che ormai si tende a sottovalutare ma che proprio per questo deve essere ribadita e l’ottima risposta da parte degli studenti non è che una conferma di quanto anche i giovani, spesso ingiustamente criticati, vogliano sapere ed essere a loro volta testimoni perché, come ricordato da Shlomo, “chi non ricorda il passato è destinato a ripeterlo”.