“La zecca”. Biodinamico: un nuovo metodo di coltivazione

Nuovo appuntamento con “La Zecca”, la rubrica di articoli realizzati dagli alunni della III^ S della scuola media “Don Milani” di Cerveteri che proseguono nel loro approfondimento del mondo rurale. Dopo uno studio storico e ambientale sulle caratteristiche del bosco di Valcanneto, stavolta i ragazzi sono andati alla scoperta di un nuovo metodo di coltivazione: il biodinamico.

Non sapevamo che esistessero delle forme di agricoltura così particolari! Una tra queste è l’agricoltura biodinamica, che abbiamo imparato a conoscere incontrando un agricoltore dedito a questa originale attività nella località de “I Terzi”, presso Cerveteri, al quale abbiamo posto alcune domande che hanno saziato tutte le nostre curiosità.

Possiamo conoscerti?

“Mi chiamo Massimo Bistacchia e da dieci anni mi dedico ad un’azienda agricola familiare che opera con il metodo biodinamico”.

In cosa consiste l’agricoltura biodinamica?

“La parola biodinamico è formata dall’unione di due termini: biologico e dinamico. Riguardo il primo non si usano sostanze chimiche prodotte da industrie, quindi senza fertilizzanti, erbicidi o pesticidi sintetici. La parola ‘dinamico’ deriva dall’eredità di Rudolf Steiner che aveva elaborato una teoria filosofica chiamata ‘antroposofia’.
Questa viene usata per varie discipline tra cui anche l’agricoltura. L’obiettivo è quello di mantenere il terreno fertile. Si opera con due preparati biodinamici, ‘corno letame’ e ‘corno silice’ cioè un humus super concentrato che nutre il terreno. Altra caratteristica dell’agricoltura biodinamica è non arare il terreno con mezzi meccanici, ma seminarlo ‘a rovescio’. L’agricoltura biodinamica nasce a metà ’900 grazie alle richieste degli agricoltori che avevano necessità di mantenere i loro terreni fertili, senza ricorrere a sostanze chimiche che cambiavano la qualità dei prodotti”.

Pro e contro di questa scelta.

“Sono convinto che ci siano tanti pro. Forse il problema sta nei tempi più lunghi di semina e raccolto, perché dobbiamo assecondare i cicli naturali della terra”.

Perché la scelta di lavorare col biodinamico?

“Ho deciso di dedicarmi all’agricoltura biodinamica perché ho notato che lavorando solo con il biologico ottenevo ottimi prodotti, ma col tempo il terreno perdeva fertilità”.