“La parola che non muore” si chiude nel nome di Annibal Caro

CIVITA DI BAGNOREGIO – Si chiude nel nome di Annibal Caro la seconda edizione del Festival ‘La parola che non muore’; il vincitore del premio ‘Caro poeta’, è stato Leone D’Ambrosio, autore de La stanza d’Ippocrate. La sua raccolta poetica è stata selezionata tra le cinque segnalate dal comitato scientifico composto da critici letterari, poeti e docenti universitari e votate da oltre 100 giurati.

Le tre giornate del festival sono state ricche di eventi e circondate da bellezze artistiche e storiche, ciascuna infatti si è svolta in una differente cornice in grado di esaltare le performance e alimentare lostretto rapporto che il festival intrattiene con il territorio e la popolazione locale. I luoghi scelti sono stati: il Palazzo Alemanni a Civita di Bagnoregio, sede del Museo Geologico e delle Frane, l’Auditorium Vittorio Taborra di Bagnoregio e infine l’Antico Borgo la Commenda, dove hanno preso vita i momenti finali della manifestazione grazie al contributo mecenatesco dell’ing. Luigi De Simone. Sono stati molto apprezzati e seguiti gli incontri mattutini con i ragazzi dell’Istituto Agrario Fratelli Agosti, sviluppati in stretta collaborazione con la dirigente scolastica Paola Adami.

La mattina del venerdì Giancarlo Liviano D’Arcangelo ha coordinato una discussione sui temi della legalità e dell’imprenditoria agricola con gli autori Antonio Leotti e Andrea Gentile. Alla fine della mattinata i ragazzi hanno avuto la possibilità di partecipare a un innovativo esperimento di ludodidattica creato da Maria Rosaria Chirulli, docente di ruolo di materie letterarie dell’istituto IISS “Leonardo da Vinci” di Martina Franca.

Il pomeriggio, gli incontri si sono svolti a Civita, in una sala di Palazzo Alemanni. Il sindaco di Bagnoregio,Francesco Bigiotti, durante la cerimonia di saluto delle autorità, ha rinnovato l’interesse e il coinvolgimento del Comune verso la manifestazione e la grande gioia di partecipare alla sua seconda edizione. I ringraziamenti sono andati in primis ai direttori artistici Massimo Arcangeli e Giancarlo Liviano D’Arcangelo, all’assessore Giuseppina Centoscudi, all’ing. Luigi De Simone e Patrizia Marchei che hanno fornito il loro prezioso supporto, alla dirigente scolastica Paola Adami e alla docente Franca Conticchio. Massimo Arcangeli ha rinnovato il proprio grazie a tutte le istituzioni coinvolte e ai festival gemellati (Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, Futura Festival di Civitanova Marche, Borgo dei libri di Torrita di Siena e Cassino OFF).

Dopo i saluti, il maestro Stelvio Cipriani ha eseguito al pianoforte un motivo creato appositamente per festeggiare Civita di Bagnoregio. Conclusa l’esecuzione, il maestro, Massimo Arcangeli e Rosario Montesanti hanno presentato il libro-biografia di Cipriani, coinvolgendo il pubblico con i tanti aneddoti sulla vita del musicista.

Il pomeriggio è continuato con la finestra sul giallo. Fabio Mundadori ha aperto una tavola rotonda sul tema della paura e della costruzione della trama ‘gialla’ con la giornalista Giusy Giualianini e gli autori Diego Collaveri, Enrico Luceri e Luca Martinelli. La serata si è conclusa all’Auditorium di Bagnoregio con lospettacolo tributo a Pier Paolo Pasolini scritto da Lillo di Mauro, con Cosimo Rega, Giuseppe Natale e Marco Cinque.

Il sabato mattina è stato dedicato alla premiazione del progetto didattico delle scuole primaria e secondaria di 1° grado di Bagnoregio. Un’esperienza vitale, condotta durante tutto l’anno scolastico dalle docenti Vittoria Angeli, Ornelli Cioni, Francesca Menghini, Alessandra Rancichino, coordinate da Franca Conticchio, che è culminata nella coinvolgente esposizione dei lavori, di fronte agli studenti e ai genitori. Massimo Arcangeli ha premiato il lavoro migliore e ha dato appuntamento all’anno prossimo.

Nella seconda parte della mattinata, i piccoli hanno lasciato il posto ai ragazzi dell’istituto Agosti. Per loro è stato proiettato il documentario pluripremiato Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, due degli autori più interessanti del nostro panorama. Alla fine della proiezione, Ferrente e Liviano D’Arcangelo hanno riservato uno spazio per domande e dubbi dei ragazzi che hanno mostrato grande capacità critica e un sentimento di empatia verso i protagonisti della pellicola.

La mattina si è conclusa con Giorgio Kadmo Pagano e il suo insolito manifesto per la lingua italiana. Sempre all’insegna del tema della lingua, della sua manutenzione e del suo impoverimento si è aperto il pomeriggio con Massimo Arcangeli e Luisa Malentacchi, rappresentante di AIIC Italia, che hanno coinvolto il pubblico in un’appassionante discussione. Alberto Sebastiani ha raccontato le origini del Padre Nostro, da preghiera a tema ricorrente del nostro immaginario letterario e non solo.

L’incontro con il direttore de Il Reportage, Riccardo de Gennaro, e gli autori e fotografi di fama:Giancarlo Liviano D’Arcangelo, Fabrizio Intonti e Giulio Messina, è stato arricchito dal contributo delcritico letterario Raffaello Palumbo Mosca. Il tema del racconto come mistificazione o come “motore di verità” è stato affrontato a partire dai reportage presenti nell’ultimo numero della rivista. Infine, l’intervento del primo segretario affari politici e stampa dell’ambasciata cubana Mauricio Martìnez Duque ha tracciato un ponte tra la storia passata e quella contemporanea di Cuba. Lo spettacolo conclusivo è stato affidato a Franco Salerno e Ugo Maiorano, che con Pina Basile e i ragazzi del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Salerno, hanno proposto una performance poetica e musicale sulla Divina Commedia, un modo suggestivo per rivivere i grandi misteri del poema dantesco.

L’ultima, densissima giornata, ha visto in scena la poesia con il singolare intreccio delle voci di Federico Scaramuccia, Gian Maria Nerli e Francesca Merloni introdotti da Carlo Pulsoni e grazie al contributo dello psicanalista freudiano Salvatore Malizia; la musica e il talento giovanile grazie al giovanissimo Matteo Tortora che ha eseguito, specularmente al maestro Stelvio Cipriani un motivo alla fisarmonica dedicato a Civita; e ancora uno spazio al giallo, questa volta al femminile, con Loredana Limone.

Dopo la proclamazione del vincitore del Premio di poesia ‘Caro poeta’ il Festival si è chiuso sotto gli auspici de “La parola creatrice”, una interessante riflessione condotta dalla teologa di fama mondiale suor Teresa Forcades sulla parola come anima e cuore del pensiero teologico, scientifico e artistico.

Un bilancio finale decisamente positivo, in particolare per quel che riguarda la qualità degli incontri in grado di mettere in sinergia realtà diverse, il coinvolgimento – per la prima volta – degli studenti delle scuole di vario ordine e grado che hanno partecipato con entusiasmo e curiosità, nonostante l’iniziale titubanza di fronte a tematiche apparentemente lontane dal mondo dell’adolescenza, il pubblico che ha dimostrato interesse appassionato per il tema della parola, nucleo centrale del nostro Festival.

La Parola che non muore è gemellata con: Il borgo dei libri di Torrita di Siena, la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, il Futura Festival di Civitanova Marche.