La Chiesa dei Santi Martiri celebra l’amicizia con il popolo giapponese: “Una finestra aperta sul mondo”

CIVITAVECCHIA – “Stiamo preparando la festa patronale dei Santi Martiri Giapponesi, che ricorre domenica 6 febbraio, e che sarà ricordata con una solenne celebrazione eucaristica alle ore 10,30 presieduta dal nostro vescovo mons. Gianrico Ruzza, alla quale parteciperà anche l’ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, il sindaco cittadino avv. Ernesto Tedesco e altre autorità civili e militari, con la preghiera e in spirito di sobrietà per i tempi difficili e complessi che viviamo a causa della pandemia”.

L’annuncio è del Parroco Don Giovanni Demeterca, che chiama a raccolta i fedeli: “Dio ha chiamato il popolo giapponese alle fede in Gesù Cristo attraverso l’opera instancabile di tanti missionari europei, tra questi si distinguono molti francescani. 28 seguaci di san Francesco hanno sigillato nel 1597 con il martirio l’impegno fedele di evangelizzazione, in seguito alle persecuzioni scopiate nel Sol Levante e perpetrate con violenza dal regime dallora. Dopo 200 anni di silenzio in cui i cristiani giapponesi e i missionari hanno cercato di vivere in clandestinità e di resistere ad ogni forma di repressione, nel 1866 sono stati riammessi nuovamente in Giappone i missionari europei, e in quei anni partirono molti proprio dal porto di Civitavecchia, tra loro anche tanti francescani, i quali avvertirono l’esigenza di avere una chiesa nella nostra città dove pregare prima di prendere la nave che li avrebbe portati lontano in Oriente. Dopo la costruzione dell’attuale chiesa, i frati hanno voluto che fosse dedicata ai martiri francescani morti in Giappone che diedero una grande testimonianza di fede e un forte esempio di vita cristiana. Riguardo le ricordate persecuzioni è stato scritto un libro nel 1956 a firma di Shusaku Endo, girato un film dal titolo Silence di Martin Scorsese e dipinto l’abside di una chiesa che è la nostra di Civitavecchia molto visitata da turisti giapponesi e altre persone interessate agli affreschi di Luca Hasegawa, autore di queste opere d’arte conservate qui da noi, che risalgono al 1956. Tra le realtà generate dallo Spirito Santo, figura la comunità cattolica in Giappone e troviamo anche la nostra amicizia animata e carica di vitalità, amicizia tra Giappone e Italia, due grandi popoli accumunati dalla fede, e da tanti altri valori culturali, civili e spirituali. La bellezza della nostra amicizia con il popolo giapponese affonda le radici nella storia e nello spirito dei missionari, quindi è frutto di una memoria lontana nel tempo, ma resa viva e attuale nel presente dal nostro desiderio di non dimenticare e di valorizzare e far conoscere il passato quale patrimonio affascinante di fede cristiana da tutelare e da riscoprire per rinvigorire lo slancio e la passione per il Vangelo e la forza di essere vicini alla gente in ogni angolo del mondo”.

“La nostra amicizia con il popolo giapponese – conclude Don Giovanni – fatta di dialogo, condivisione, altruismo è una finestra aperta sul mondo. Sappiamo che nel mondo ci sono zone di conflitto, dove non regna l’amicizia, ma la povertà estrema, e la dignità calpestata, tanti popoli sono sottomessi e umiliati. Auguro che la festa in onore dei Santi Martiri Giapponesi, sia un’occasione di unire le nostre forze nella preghiera per invocare la pace e la solidarietà tra i nostri popoli e tra tutti i popoli che formano la diversa e unica umanità”.