Il Natale di Roma: una data completamente inventata da Varrone

Oramai, e da più di duemila anni, è dato, come un assunto, che Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C. Si tratta di una “intoccabile” e molto ritualizzata data storica che il 21 aprile di quest’anno ha portato la “Città Eterna” a fregiarsi del duemilasettecentosettantaquattresimo suo compleanno ab Urbe condita.

Ma come si è arrivati a stabilire ciò e da parte di chi? E poi la data inizialmente ipotizzata era proprio quella suddetta od un’altra ancora considerato che sulla nascita di Roma è stato scritto, in varie epoche, di tutto e di più? Certo in proposito si è estesa, nel corso addirittura dei secoli e non degli anni, una notevolissima agiografia la quale non ha fatto altro che confondere (ulteriormente) le sue “acque storiche” trattandosi, comunque, di un evento che ci riporta indietro di quasi tremila anni. La data certa della sua fondazione e della conseguente relativa sua attribuzione ha rappresentato, per chi scrive, fin dalle scuole medie considerando soprattutto il suo grande interesse per la storia, un non trascurabile rovello, che l’ha portato, con l’avanzare degli studi umanistici insieme ad appropriate ricerche private, ad approfondire l’argomento al fine di avere, in proposito, più certezze possibili.

Andando a sceverare le varie notizie lette nel corso degli anni, confrontandole fra di loro in maniera assolutamente pedissequa, è emerso, piuttosto chiaramente, che la data del 21 aprile 753 a.C., nella quale viene universalmente ritualizzata la fondazione di Roma, è una vera e propria invenzione storica di cui magari vale la pena di fare una breve ricostruzione.

Per rendere meno noioso e, nello stesso tempo, più dettagliato possibile il tutto, ho scelto, in questo articolo, di procedere con una sorta di “a domanda risponde”; iniziamo subito. D: “Chi ha stabilito la data della fondazione di Roma (detta anche Natale di Roma)?”. R: “ È stato lo storico Marco Terenzio Varrone che l’ha fissata al 21 aprile dell’anno 753 a.C., ciò sulla base dei calcoli effettuati e da lui demandati all’astrologo Lucio Taruzio”. D: “Ma perché questa data e non altre?” R: “Varrone, che fra l’altro aveva viaggiato per alcuni anni in Grecia, era come molti antico romani di cultura, profondamente affascinato dalla democrazia ellenica e dai suoi meccanismi di governo per cui, ispirandosi massimamente ad essi, scelse la data del 753 perché questa era collegata alla nascita della democrazia ateniese, data in cui, ad Atene, furono nominati gli Arconti, prima con nomina decennale e poi annuale.” D: “Chiarita la questione dell’anno rimane quella del giorno 21 aprile perché quello e non altri?”. R: “L’astrologo Lucio Taruzio (un personaggio comunque di grande cultura), sempre su richiesta di Varrone, studiò la vita e la morte di Romolo ritenuto il fondatore di Roma ed a seguito di ciò calcolò che Romolo doveva essere nato il 23 settembre nell’anno secondo della seconda Olimpiade quindi il 771 a.C., una data certa questa che coincideva con un eclisse di sole come narrato da Plutarco.

Approfondendo ancor di più tutte le vicende note riferentesi alla vita ed alla morte di Romolo, il Taruzio collocò la fondazione di Roma nel giorno del 9 aprile e non certo del 21 non stabilendone affatto l’anno”. D: “Ma allora perché fu scelta da Varrone la data del 21 aprile?” R: “Perché il 21 aprile si svolgeva l’antica cerimonia della Palilia, festa dedicata alla purificazione delle greggi e dei pastori, della quale si tramandava, da sempre, che la sua istituzione coincidesse con la reale “fondazione” di Roma. Palilia che, insieme all’ancora più antica Fordicidia ed alla successiva Robigalia, faceva parte del trittico delle più antiche cerimonie religiose che si tenevano nell’Urbe; tutte realtà strettamente legate all’agricoltura, le quali, comunque, rappresentavano nella storiografia primigenia romana dei punti sufficientemente fermi ai quali potersi “ancorare” al di là ma non certo al di sopra della cosiddetta vox populi che, da sempre, più si va a ritroso nel tempo e più diviene fonte storica primaria ella stessa”.

A questo punto visto e considerato che Varrone si “inventò”, con una certa qual fantasia seppure un po’ storica (appunto la Palilia), nientemeno che la data della fondazione di Roma vediamo brevemente, a seguire, chi era esattamente costui. Nato a Rieti l’enciclopedico Marco Terenzio (di famiglia nobile e benestante) oltre ad essere un fior di letterato (nella sua vita, di quasi 90 anni, scrisse ben 490 libri) l’Uomo si occupò a fondo pure di grammatica e di agronomia e non disdegnò anche un certo impegno militare come propretore in Spagna nel 49 a.C. Per quanto concerne invece Lucio Taruzio, ottimo amico di Varrone, il suo nome completo era Lucio Taruzio Firmano (perché nato a Fermo) e fu, insieme al suo “collega” Publio Nigidio Figulo, il primo astrologo romano del quale si abbia una testimonianza storica; fra l’altro a Taruzio è stato dedicato anche un cratere lunare che appunto in suo onore è stato nomato Tarunzius.

Qui forse è il caso di aggiungere, a completamento di quanto suddetto, un altro paio di note le quali necessariamente ci riportano entrambe alla importante civiltà preromanica dei Rasenna (gli Etruschi). Una riguarda il suddetto Taruzio (la cui attività di astrologo/astronomo faceva sorridere Cicerone, fra l’altro buon amico sia di lui che di Varrone) il quale, con la sua materia astrologica, ci rimanda direttamente ai suoi progenitori Etruschi grandi divinatori ed esperti celesti, e l’altra, che ci rinvia sempre ai Rasenna, in quanto anche loro, nella fase evolutiva della loro storia, esercitarono il sinecismo urbano riunendo insieme i villaggi sparsi, cosa che, secondo gli storici moderni, avvenne pure in epoca antico romana nell’Italia centrale, includendo in questo evolutivo “fenomeno” socio-urbanistico, dettato soprattutto da motivi economici e di difesa, la stessa origine fondativa di Roma.

Arnaldo Gioacchini