Dibattito molto partecipato per il convegno sui padri separati

CIVITAVECCHIA – Duecento suicidi nell’ultimo anno. Ottocentomila padri separati che vivono sotto la soglia di povertà nonostante abbiano un lavoro. Numeri drammatici che sono solo la punta dell’iceberg analizzato durante la tavola rotonda “Padri separati: povertà e margine sociale” promossa dall’associazione Spartaco in collaborazione con la comunità di S. Egidio e l’associazione crocerossine d’Italia Onlus.

Ha aperto i lavori Mario Michele Pascale, per l’ass. Spartaco, inquadrando il fenomeno da un punto di vista statistico ed individuandone gli snodi tematici. A seguire i saluti istituzionali di Gabriella Sarracco, presidente della fondazione Cariciv, che ha evidenziato l’attenzione della fondazione su questo dramma sociale e di Daniela Lucernoni, vicesindaco ed assessore ai servizi sociali di Civitavecchia, che ha illustrato le linee guida del welfare comunale.
Marietta Tidei, consigliere regionale, ha portato all’uditorio le esperienze della pisana derivanti dall’approvazione del piano sociale “prendersi cura, un bene comune” e dell’attività dell’Ipab S. Alessio, che offre a canone sociale alcuni mini appartamenti ai padri separati in difficoltà economica.
Massimo Magnano, della comunità di S. Egidio, ha analizzato le cause e la portata del fenomeno povertà.
Antonella Appetecchi, psicologa e psico terapeuta, responsabile dell’ass. crocerossine d’Italia Onlus e Maria Pia Luciani, dirigente medico dell’asl Rm4, hanno relazionato sulle dinamiche di coppia, il loro svolgersi e l’impatto delle separazioni sullo stato di salute degli individui coinvolti, con particolare attenzione alle ripercussioni sui minori.
Roberta Gaetani, avvocato del foro di Civitavecchia, ha inquadrato la questione da un punto di vista giuridico, facendo il punto della situazione anche sulle ultime sentenze della corte costituzionale e sui progetti del legislatore.

Ne è seguito un dibattito molto partecipato e fecondo, che più volte ha richiamato in causa i relatori per degli approfondimenti. L’uditorio ha anche sollecitato i relatori sul tema del cosiddetto “decreto Pillon”. La risposta è stata unanime: nessun ritorno al medioevo è possibile.