Cerveteri e Tarquinia: 14 anni fa l’Unesco

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L’illustre poeta mantovano Virgilio (Publio Virgilio Marone) scrive, in una delle sue opere meno note ( forse la più bella) le Georgiche: “Sed fugit interea fugit irreparabile tempus” (Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo), una realtà ineluttabile, che vale anche per il grande riconoscimento internazionale che Cerveteri (in etrusco Caisra), in unicum con Tarquinia, ottenne il 2 Luglio 2004 quando il Comitato Esecutivo dell’UNESCO (United  Nations Educational Scientific Cultural Organization) del quale l’Italia non faceva e non fa parte, riunito a Suzhou (Città Sito Unesco posizionata sul Fiume Azzurro in Cina già, a suo tempo, visitata da Marco Polo) proclamò l’unicum delle Necropoli Etrusche di Cerveteri e di Tarquinia Sito Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità con la seguente menzione: “Le Necropoli di Cerveteri e Tarquinia rappresentano un capolavoro del genio creativo dell’uomo: l’estensione delle pitture decorative di Tarquinia è eccezionale sia per le forme che per i contenuti poiché rivelano gli aspetti della vita, della morte e delle credenze religiose degli antichi Etruschi. Cerveteri presenta, nel contesto funerario, le stesse concezioni urbanistiche e architettoniche di una città antica. le due Necropoli costituiscono una testimonianza unica ed eccezionale dell’antica civiltà etrusca, unica tipologia di civilizzazione urbana dell’Italia pre-romana. La descrizione della vita quotidiana, rappresentata sugli affreschi delle tombe, molti dei quali presenti nelle abitazioni etrusche, costituisce una testimonianza unica della scomparsa di questa cultura. Molte delle tombe di Tarquinia e di Cerveteri rappresentano le tipologie di costruzione che non esistono in nessuna altra forma. I cimiteri, progettati come le città etrusche, sono tra i più antichi della Regione”.

Ci fu una straordinaria “marcia di avvicinamento” (per chi scrive un vero onore parteciparvi molto attivamente) a questo imprimatur di assoluto livello mondiale, che vale la pena di sintetizzare: Settembre 2002 nota informativa del MIBAC (Ministero per il Beni  e le Attività Culturali) ai Comuni di Cerveteri e Tarquinia, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, alla Provincia di Roma, alla Provincia di Viterbo ed alla Regione Lazio nella quale si ipotizza la candidatura dell’Italia all’Unesco dell’anno 2003,ai fini dell’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, dell’unicum etrusco rappresentato dalla Necropoli di Cerveteri e di  Tarquinia. 12 Dicembre 2002 Conferenza di servizi indetta dal MIBAC in ordine alla candidatura del Sito”Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. 14 Gennaio 2003 istituzione  dell’Ufficio Comunale di Cerveteri per la Candidatura del Sito Unesco della Necropoli Monumentale della Banditaccia. 22 Gennaio 2003 delibera, da parte del Comune di Cerveteri, avente per oggetto: “Approvazione del documento d’intesa tra il Ministero Beni Culturali, Regione Lazio, Provincie di Roma e di Viterbo, Comuni di Cerveteri e Tarquinia per la candidatura ai fini dell’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco delle Necropoli di Cerveteri e Tarquinia – Autorizzazione alla stipula del documento d’intesa del Rappresentante del Comune di Cerveteri”. 4 Febbraio 2003 firma,presso il MIBAC, del Protocollo d’Intesa per il Sito Unesco fra Stato,Regione,Province di Roma e Viterbo e Comuni di Cerveteri e Tarquinia. 15 maggio 2003 conclusione del “Concorso Internazionale per Idee per la Realizzazione del Parco Archeologico Cerite” indetto sulla base della legge della Regione Lazio n. 26 del 1999, con il progetto vincitore iscritto  nel Piano di Gestione del Sito Unesco (ritenuto in ambito MiBAC – la T del Turismo è stato aggiunto successivamente – un esempio funzionale tanto da essere, come schema, suggerito a quei Siti (la maggioranza) che ne erano sprovvisti e se ne dovevano obbligatoriamente dotare). 23 Luglio 2003 prima ispezione dell’Unesco da parte del suo ispettore Arch. Prof.  Giora Solar (già direttore di Settore del Getty Museum) all’epoca nella direzione dell’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites – “braccio operativo” dell’UNESCO) che visita prima il museo ed ivi controlla sia i vari progetti concernenti le ristrutturazioni di Case Grifoni, della Legnara e del Granarone che i tre progetti del Concorso Internazionale per Idee del Parco Archeologico Cerite risultanti ai primi tre posti in graduatoria. Poi prosegue la visita alla Necropoli Monumentale della Banditaccia, alle “Tombe del Comune”, ai Grandi Tumuli, per concludere la giornata alla Rocca di Ceri. 18 Marzo 2004 seconda ispezione dell’ispettore Unesco prof. Solar che ricontrolla tutta la Necropoli della Banditaccia con particolare riferimento alla Via degli Inferi ed a seguire verifica i lavori, già in corso, presso le Case Grifoni, la Legnara ed il Granarone; nell’occasione tiene pure (presso la sala conferenze della biblioteca comunale) un seguitissimo stage sulla gestione dei Siti Unesco ricevendo prima di ripartire tutta la documentazione fotografica (300 foto scattate dallo scrivente) trasferita su CD, delle sue due ispezioni (18 marzo incluso), una cosa che il prof. Solar apprezzò moltissimo. 2 Luglio 2004 il Comitato Esecutivo dell’U.N.E.S.C.O., riunito dove scritto in premessa, proclama l’unicum delle necropoli etrusche di Cerveteri e di Tarquinia Sito Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Poi si sono succeduti altri accadimenti che hanno preceduto quello più ragguardevole che fu il 28 Novembre 2004 la consegna, presso la bella Aula Consiliare di Tarquinia, dal parte dell’allora direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’Unesco Francesco Bandarin (architetto italiano di Venezia), ai Comuni di Cerveteri e Tarquinia dell’Attestato del Sito Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Da quel giorno ad oggi molte altre cose in positivo (alcune piuttosto notevoli) concernenti il Sito sono accadute, ma lo spazio “tiranno” ci impedisce di descriverle quindi non ci rimane ( forse) che farne oggetto di un  futuro articolo. Fermo restando che per un giusto sviluppo di un Sito (almeno che già di per se non si chiami Roma, Firenze, Venezia, Napoli o simili, magari in altri ambiti vds. Pompei) occorrono “almeno” due lustri, c’è da rilevare quanto influisca, in positivo, una determinante continuità politico amministrativa al fine di sviluppare una finalizzata azione di programmazione mirata che guardi, molto intelligentemente, in più direzioni.

Arnaldo Gioacchini – Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO