BRACCIANO – Duemilacinquecento bambini salvati dalla deportazione dal ghetto di Varsavia. Racconta la vicenda di Irena Sendler lo spettacolo di letture in programma a Bracciano il 27 gennaio alle 21 alla biblioteca comunale “La vita in un barattolo”. Un evento organizzato per il Giorno della Memoria che ilTeatrodiTalia ha ripreso da uno spettacolo scritto nel 2000 da un gruppo di giovanissime studentesse americane. Irena Sendler insieme a una serie di collaboratori ha salvato 2.500 bambini del ghetto di Varsavia, facendoli scappare e sottraendoli a morte certa, rischiando per se stessa e per la sua famiglia. Arrestata e torturata dalla Gestapo, malgrado le fratture causatele a braccia e gambe, non ha rivelato il nome dei collaboratori e il nascondiglio in cui si trovavano i nomi di tutti i bambini salvati, con i loro nuovi indirizzi e le famiglie d’origine. Questo nascondiglio era una barattolo di vetro con dentro dei foglietti, nascosto sotto terra nel giardino di una sua ‘staffetta’.
Irena Sendler, nel 1965, è stata inserita nei Giusti tra le nazioni dal Museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Scomparsa all’età di 98 anni nel 2008, Irena Sendler, era all’epoca una assistente sociale. E’ sempre rimasta in contatto con molti bambini da lei salvati, ormai adulti, che la considerano la loro seconda madre.
Lo spettacolo è a cura de ilTeatrodiTalia, Scuola Civica di Teatro e di Cinema e il Comune di Bracciano – Assessorato Politiche Culturali, viene realizzato anche grazie al Lions Club Bracciano che, come già lo scorso anno, ha elargito, in considerazione dell’alto valore civico dell’evento, un contributo per sostenerne le spese.
Gli interpreti, ragazzi e adulti, sono tutti allievi di dizione e recitazione de ilTeatrodiTalia. La regia è di Marina Garroni, regista, sceneggiatrice, direttrice artistica de ilTeatrodiTalia e responsabile dei corsi.
“Il Giorno della Memoria – commenta il vicesindaco con delega alla Cultura Gianpiero Nardelli – costituisce un momento importante per, come si dice spesso, non dimenticare. Bracciano non dimentica e con questo spettacolo, grazie anche alla sensibilità di Marina Garroni che ne cura la regia, proponiamo al pubblico l’incredibile storia di questa donna che militò nella Resistenza polacca e che riuscì a sottrarre al genocidio migliaia di bambini. Una donna da un sorriso radioso che, come tanti che si adoperarono per salvare gli Ebrei, minimizzava il suo ruolo. In una lettera inviata al Parlamento polacco che voleva attribuirle il titolo di eroe nazionale infatti la Sendler scrisse: “ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria”. Sono parole – conclude Nardelli – che fanno riflettere e che riaprendo una ferita, aprono allo stesso tempo all’ottimismo perché testimoniano di una umanità giusta”.