“Anatomia dell’esistere”. Gallinari, Mazzoni, Pascale e La Rosa in mostra a Roma

giorgia gallinari michele pascaleCIVITAVECCHIA – Venerdì 15 aprile alle ore 18, presso lo studio d’arte “Evasioni” in Roma (via dei Delfini 23) , verrà inaugurata la mostra “Anatomia dell’esistere”. La mostra è una contaminazione tra poesia e fotografia. Tre fotografi, Giorgia Gallinari, Virginia Mazzoni e Mario Michele Pascale, interpretano i versi del poeta Raoul La Rosa. Il risultato è un insieme composito, di sicuro effetto, in cui i linguaggi si mescolano felicemente in un appello finale alla libertà di interpretare del pubblico. La mostra è curata da Mario Michele Pascale che, per l’occasione, ha scelto una location raccolta ed un allestimento sperimentale che strizza l’occhio al post moderno, trovando una soluzione alternativa al posto delle cornici e della carta, luoghi naturali delle fotografie e della poesia.  Ad illustrare nel dettaglio la mostra è lo stesso Pascale (nella foto con Giorgia Gallinari), a cui abbiamo rivolto tre domande.

Gli artisti della mostra “Anatomia dell’esistere” sono di Civitavecchia (tranne Virginia Mazzoni di Montalto di Castro). Come mai la mostra si svolge a Roma?

“Di certo non per cattiveria. Il problema principe è la mancanza, sul territorio, di uno spazio espositivo. L’unico luogo che potrebbe più o meno prestarsi a delle mostre di un certo respiro qualitativo e quantitativo, che è il forte Michelangelo, è inaffidabile perchè troppe sono le pastoie burocratiche da superare e troppi i suoi ‘padroni’. Viviamo in una città piena di talenti; Giorgia, Virginia e Raoul La Rosa sono persone validissime; Raoul La Rosa è, a mio modo di vedere, una delle voci più interessanti della poesia contemporanea, stimato a livello nazionale. Altre eccellenze, ai più sconosciute, si nascondono in città, ma sono costrette, per farsi valere, all’emigrazione. Viviamo in una città in cui è molto più semplice risolvere i problemi di un palazzo più o meno abusivo o eventualmente fare una variante ad un piano regolatore che trovare uno spazietto (fruibile, non che esista solo sulla carta) per la cultura. Tutto questo è paradossale”.

Perchè “Anatomia dell’esistere”?

“L’oggetto della mostra è l’esistenza nella sua cruda realtà. Versi che ci parlano della crudezza del vivere, dell’essere qui ed ora ed immagini che fanno la radiografia della nostra condizione umana. Parola ed immagine sono come bisturi; essi sezionano a partire da un insieme, lasciando infine la singolarità anatomica, nuda, al nostro sguardo”.

Cosa si aspetta da questa mostra?

“Un dialogo con il pubblico. Ma quello che importa davvero è che la gente legga e guardi e conservi dentro di se le fotografie e le poesie come una bomba ad orologeria che, quando nessuno se lo aspetta, facciano il loro dovere …”