Triste epilogo della vicenda della camera iperbarica nel porto di Civitavecchia in attesa di riaprire dal 2010

CIVITAVECCHIA – La camera iperbarica di Civitavecchia e la struttura che la contiene sarà smontata, pezzo per pezzo e tutti i componenti saranno portati via e conservati in attesa di un eventuale compratore.

E’ questa la decisione presa dai responsabili dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, presidente Francesco Maria di Majo e segretaria generale Roberta Macii, che scrivono la parola fine alla richiesta di riapertura, richiesta dalla nostra Associazione nel novembre del 2016 e a ottobre 2018 (al presidente) e nel giugno 2017 alla segretaria generale.

Una decisione assunta con la motivazione che la struttura iperbarica non può restare nell”area demaniale portuale (a suo tempo, e dagli altri amministratori), indicata proprio in funzione della riapertura (area solamente da recintare per isolarla dal porto, ma anche con un accesso a disposizione esclusiva degli operatori portuali), ma accanto alla via Aurelia per poter soddisfare le esigenze dell’utenza, su progetto dell’allora Segretario Generale ing. Ievolella (scomparso recentemente), già ingegnere capo dell’Autority.

Ci sono voluti 15 anni per demolire un progetto e una realtà che aveva operato, con i volontari e gratuitamente, dal 1 febbraio 1998 al 31 dicembre 2005, quanto le esigenze di ampliamento delle strutture portuali aveva provocato la chiusura e lo smontaggio della camera iperbarica, ripristinata nell’attuale area nel 2009 per essere pronta, nel novembre 2010, ad essere riaperta. Nel frattempo la ASL RMF, la Regione Lazio, la stessa Autorità Portuale avevano progettato, spendendo anche soldi pubblici, la realizzazione di un Polo di eccellenza di medicina del mare e un Port Hospital all’interno del quale sarebbe stata inserita la camera iperbarica e un Centro di primo soccorso ospedaliero.

Il progetto della camera iperbarica nacque nella nostra Associazione nel 1997, dopo che, per 4 anni (dal 1993 al 1997) avevamo salvato in mare oltre 2000 persone, con il servizio dei volontari bagnini sulle spiagge libere e dei sommozzatori, nel litorale che andava dal castello di Santa Severa a Tarquinia. Al riguardo è bene ricordare che in quegli anni fu redatto il progetto per l’ampliamento e la ristrutturazione dell’ospedale di Civitavecchia (attualmente in fase di completamento) all’interno del quale, nel reparto rianimazione, era stata inserita la camera iperbarica (esistente in quegli anni una struttura iperbarica monoposto). Ebbene, la presenza della struttura iperbarica nel porto ha modificato la progettazione escludendo, ovviamente, dalla stessa la camera iperbarica.

Oggi, nel Lazio, è funzionante solamente la struttura all’interno del Policlinico Umberto I di Roma, avendo le altre tre strutture esistenti chiuso i battenti (quella del Gemelli, il Centro Iperbarico Romano e la struttura di Latina).

L’Associazione ordinò, alla Sistemi Iperbarici, la camera con i primi contributi volontari ottenuti dal Comune di Tarquinia, dall’Autorità Portuale, dalla Banca Nazionale del Lavoro, dal Comune di Civitavecchia e dal Credito Italiano pari a poco più di 138 milioni di lire. Il Segretario Generale dell’epoca, Gianni Moscherini e il Presidente Francesco Nerli, decisero di completare i finanziamenti necessari e, quindi, di far diventare l’Autorità Portuale di Civitavecchia, proprietaria dell’intera struttura, recuperando le spese necessarie dai diversi cantieri aperti (in quel periodo) per la realizzazione delle opere di ristrutturazione delle banchine.

Nel 2008, l’Autorità Portuale, l’Associazione Francesco Forno, la Croce Rossa Italiana, i promotori del Port Hospital ed Comune di Civitavecchia, firmarono un protocollo d’intesa attraverso il quale la camera iperbarica sarebbe stata inserita nel Port Hospital e sarebbe stata gestita dalla Croce Rossa Italiana, mantenendo l’insegna e il nome di Francesco Forno.

Quando nel gennaio 2010, era stato completato il trasferimento ed il montaggio dell’intera struttura, nell’area in cui oggi si trova ancora, la Croce Rossa Italiana comunicò la sua indisponibilità a gestire la camera iperbarica. 11 presidente Ciani, chiese, quindi, alla nostra Associazione se eravamo ancora interessati alla gestione della struttura. Noi rispondemmo positivamente purché l’Autority procedesse agli adeguamenti richiesti dalla normativa dell’Unione Europea ed effettuasse la ristrutturazione ed ampliamento del fabbricato sulla base di una nuova legge della Regione Lazio, alla quale nel novembre dello stesso anno fu presentata la richiesta di Autorizzazione all’esercizio.

La pratica, presso la Regione Lazio e presso il comune di Civitavecchia, scomparve fino all’aprile 2012, allorché il terzo servizio della trasmissione “Striscia la Notizia” e l’immediato intervento della Polmare, riportò alla luce la pratica, conclusa negativamente dalla Regione Lazio, nel novembre dello stesso anno con due motivazioni inesistenti.

Nel 2015 e 2016, con Pasqualino Monti, prima presidente e poi Commissario, l’Associazione riprese i contatti con l’Autority (ufficio legale e demanio), la Regione Lazio e l’ASL RMF giungendo quasi ad un accordo per la riapertura immediata e la emissione, nel gennaio del 2017, di un bando pubblico per la gestione della struttura iperbarica,

La nomina a presidente dell’avv. Francesco Maria di Majo, interessato della problematica sospesa nel novembre 2016 mediante una comunicazione via pec, ha
portato al silenzio assoluto, malgrado un sollecito ad ottobre 2018 ed un incontro, nel novembre 2017, presso l’ufficio del Sindaco di Civitavecchia Cozzolino al quale è seguito il nulla, malgrado il Consiglio Comunale di Civitavecchia abbia approvato alla unanimità, lo scorso anno un ordine del giorno per la riapertura della camera iperbarica.

E’ bene ricordare che con la ossigenoterapia iperbarica si curano ben 15 patologie:
1. embolia gassosa ed arteriosa
2. intossicazione da monossido di carbonio
3. gangrena gassosa da clostridi
4. infezione da flora batterica mista
5. gangrena umida delle estremità in diabetici
6. sindrome da schiacciamento
7. radionecrosi tissutale
8. sordità improvvisa
9. osteomielite
10. trapianti e lesioni chirurgiche a rischio
11. insufficienze vascolari
12. fratture a rischio di scarso consolidamento
13. algodistrofie post traumatiche e necrosi asettica
14. patologie retiniche
15. ferite infette da flora batterica mista.

Ritengo, corretto, ai fini informativi, rappresentare che sulla problematica della mancata riapertura della camera iperbarica, sono stati interessati, via mail, i vice presidenti del consiglio Matteo Salvini e Luigi di Maio, il ministro delle infrastrutture Toninelli, i rispettivi sottosegretari e, nello scorso gennaio, anche il Presidente della Repubblica Mattarella.

La nostra Associazione, da questo momento in poi, utilizzerà i contributi del 5 per mille che saranno erogati dallo Stato, erogandoli alle organizzazioni di volontariato presenti nella nostra città o realizzando progetti per i giovani civitavecchiesi..

Civitavecchia, 10 maggio 2019
Associazione Volontari Francesco Forno Il presidente  Gianfranco Forno