Movida violenta, la parola ai commercianti

movidaCIVITAVECCHIA – La movida estiva civitavecchiese continua a far parlare. Dopo la proposta del capogruppo Udc Mirko Mecozzi di creare un “Patto per Civitavecchia sicura attraverso un apposito comitato per l’ordine e la sicurezza presso il Commissariato, con la partecipazione di tutte le forze dell’ordine e di volontariato presenti sul territorio”, e la replica del presidente di Pirgo Mario Benedetti che sottolinea come i commercianti della zona abbiano bisogno di sicurezza per i propri avventori e soprattutto per loro stessi, la nostra redazione si è recata sul posto per sentire dal vivo le opinioni dei commercianti e di chi quella zona la frequenta quasi quotidianamente. Nonostante l’ambiente reticente e la tensione palpabile, tra occhiatacce e “no comment”, qualcuno risponde gentilmente alle nostre domande. L’opinione più diffusa è che la “colpa” di quello che sta succedendo quest’anno è delle famiglie dei ragazzi, assenti o ignare delle compagnie e delle attività dei propri figli, e della mancanza di controlli da parte delle forze dell’ordine. L’ordinanza del sindaco Moscherini “non è sbagliata – ci dicono – ma se proprio vogliono fare casino le bottiglie se le portano da casa”. Teoria condivisa anche da Benedetti stesso che aggiunge come sia “sconfortante vedere ragazzi che, comprando alcol il bottiglia al supermercato, vendono shortini a un euro su banchi improvvisati”. Inoltre questa iniziativa è fuori tempo massimo, arrivata a estate ormai quasi conclusa, come quella di vietare la vendita di alcolici dopo le 23. Secondo i ragazzi del Kebab, “la situazione ora è più tranquilla, ci sono più controlli. Le serate degenerano perché qualche ragazzo beve un po’ troppo, ma adesso gli incidenti sono diminuiti. Il peggio è stato a fine luglio, inizio agosto, ora il clima è migliorato. Se nessuno provoca non succede niente”. C’è anche chi, come la gelateria “Peccati di gola”, sostiene che si sia montato un caso per nulla: “Quello che succede qui succede ovunque, Civitavecchia non ha niente di particolare in fatto di delinquenza, si è esagerata la cosa, ci stanno facendo passare come un Bronx, ma non lo siamo. Quattro anni fa, quando siamo venuti qui, ci avevano detto di stare attenti che rubavano tutto e invece non ci hanno mai toccato niente, la gente parla per sentito dire ma non sa come stanno davvero le cose”. Allora come stanno davvero le cose? “È successo che per un paio di fine settimana di seguito qualche ragazzino ha fatto casino, come succede da qualunque altra parte dove c’è gente e dove si beve un po’ e si è montato un caso”. Per quanto riguarda i controlli da parte delle Forze dell’ordine, non tutti sono concordi nel ritenerle sufficienti: “Passa una macchina sul presto e basta, qui ci vorrebbe un controllo continuo. Questa è una zona che lavora tre, quattro mesi all’anno e in quel tempo dovremmo essere tutelati”, dicono nella stessa gelateria. E la mancanza di controlli è denunciata anche dai giovani che frequentano il Pirgo la sera, che, costretti ad allontanarsi dalla discoteca sulla spiaggia per le urla e gli spintoni  prima che succeda qualcosa, vedono ragazzi lanciare bottiglie di vetro sugli scogli. Insomma, le ordinanze tardive non sono la soluzione, invocare maggiore disciplina da parte delle famiglie può aiutare ma non è risolutivo. L’unica arma per fronteggiare la situazione è quella di aumentare i controlli a tappeto, soprattutto quando si sentono degli adolescenti che “per gioco” simulano in pieno giorno di spaccare una bottiglia di vetro per  puntarla al collo dell’amico urlando “io spacca bottiglia, uccide famiglia”.

Francesca Ivol