CIVITAVECCHIA – La Commissione Speleosub del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), con la collaborazione del Reparto Operativo Aereonavale Lazio della Guardia di Finanza, ha svolto un’importante attività addestrativa subacquea nello scorso fine settimana a Civitavecchia. Dodici tecnici sub del Soccorso Speleologico e della Guardia di Finanza sono stati impegnati in una serie di immersioni sul relitto del piroscafo Adornò (ambiente confinato ad alto fondale). Il relitto si trova a circa due miglia al largo del porto di Civitavecchia, in zona Torre del Marangone, ad una profondità di 57 metri. L’esercitazione ha avuto lo scopo di provare procedure, protocolli, attrezzature e la preparazione dei nostri tecnici subacquei in vista di eventuali interventi su richiesta della Protezione Civile (con la quale esiste una convenzione di collaborazione nel settore) e di altri Corpi istituzionali dello Stato. L’esercitazione è iniziata nelle prime ore della mattina di sabato 22 ottobre con un briefing generale, per la presa visione della planimetria del relitto e l’organizzazione delle cinque squadre operative. Si è raggiunta l’area delle operazioni con due unità navali ed un gommone della Guardia di Finanza, partendo dalla darsena romana (banchina Santa Barbara). Le immersioni effettuate dalle squadre del Soccorso Speleologico e della Guardia di Finanza sono state effettuate sia in circuito aperto che in circuito chiuso (Rebreather) con una permanenza in immersione, per le squadre di fondo, di oltre i 100 minuti. Le squadre dei tecnici sub sono state divise in squadre di supporto per il posizionamento delle linee di sicurezza ed assistenza in emergenza e squadre di fondo per l’ispezione e ricerca nel relitto.
Il Comune, attraverso l’impiego della Polizia Locale e della Protezione Civile comunale, si è occupato di coordinare la logistica a terra; era presente all’esercitazione l’Assessore al Demanio Marittimo, Andrea Pierfederici.
Domenica si è invece tenuta, presso il presidio della Guardia di Finanza in darsena romana, la presentazione ufficiale del mezzo di soccorso con camera iperbarica acquistato grazie ad un progetto con il Dipartimento della Protezione Civile. Alla presenza del colonnello Virgilio Giusti (comandante Roan Guardia di Finanza), del dottor Mauro Ceccaroni (dell’ufficio emergenze del Dipartimento di Protezione Civile), l’Assessore Andrea Pierfederici, il Vice Presidente Nazionale del Cnsas Corrado Camerini e il coordinatore nazionale del Comsub Cnsas Marco Broglio.
“Dopo aver visionato la camera iperbarica mobile inaugurata domenica mattina – spiega l’Assessore Andrea Pierfederici – ribadisco il mio impegno e quello dell’amministrazione nel dare supporto all’Autorità Portuale per portare alla conclusione l’iter amministrativo necessario alla riapertura della camera iperbarica situata all’interno del porto. Il territorio sente l’esigenza di dotare il centro iperbarico (perfettamente funzionante e pronto per entrare a regime) di un presidio medico stabile, atto a soddisfare, oltre alle emergenze legate alle patologie subacquee, anche le moltissime richieste d’intervento sanitario da parte degli operatori portuali e marittimi e dei turisti che quotidianamente lavorano o transitano nello scalo congestionando, soprattutto nel periodo estivo, le strutture sanitarie locali. Altra nota degna di attenzione, è il numero crescente di operatori subacquei professionisti che si immergono quotidianamente per lavoro nel porto di Civitavecchia e di semplici appassionati di subacquea che effettuano immersioni nei vari siti di interesse turistico e subacqueo presenti nel nostro litorale. Il dato tragico è quello che nel caso di incidente subacqueo e dunque della necessità di intervenire con trattamenti iperbarici entro 20 minuti, l’unica salvezza sarebbe raggiungere Roma o Grosseto. Sono certo – conclude Pierfederici – che il Presidente del Porto Pasqualino Monti, l’Asl, la Regione Lazio e l’Amministrazione Comunale sapranno trovare, in tempi brevi, la strada giusta al fine di portare a compimento un iter amministrativo molto complesso che ha visto per anni bloccato l’utilizzo della camera iperbarica”.