CIVITAVECCHIA – Sta spopolando su internet la pagina Facebook “I ragazzi del Barone”. Oltre 3.000 click di gradimento in pochi giorni sul popolare social network per quello che rappresenta uno spaccato emblematico della gioventù civitavecchiese. Ragazzi e ragazze che identificano in larga parte il loro stile di vita, o quanto meno la rappresentazione del loro essere, nelle serate trascorse sui muretti del noto bar di largo Galli. La presentazione del gruppo, sulla pagina principale di Facebook, racconta in un italiano abbastanza sgrammaticato le ragioni che hanno ispirato questa sorta di fans club e lo spirito che anima i suoi ragazzi. “Volemo filmati, musica, video e tanti mi piace”. Una lodevole e interessante forma di comunicazione tra ragazzi per approfondire insieme tematiche giovanili? Un forum sulle problematiche della città e del mondo? Non proprio. Perché a scorrere i vari link pubblicati sulla bacheca del gruppo in questione di problematiche giovanili o questioni sociali non vi è traccia. Post, link e allegati sono quasi tutti all’insegna della frivolezza e della movida e le immagini pubblicate dipingono bene quello che sembra stimolare principalmente l’interesse dei ragazzi sul muretto del “Barone”: una birra Corona con l’immancabile fetta di limone, un bicchiere di limoncello, una tazzina di caffè, pantaloncini aderenti che lasciano scoperti fondoschiena femminili accattivanti… La stessa immagine di presentazione della pagina, una donna angelo assai avvenente che sorseggia con sguardo sensuale una bottiglia di vino al tavolino di un bar, racchiude bene in se stessa un po’ tutti gli elementi identificativi del gruppo: erotismo e seduzione, alcool, bar e relax. Non mancano comunque post dedicati all’amore: messaggini piuttosto adolescenziali ma comunque romantici pur nella loro semplicità, e soprattutto inni all’amicizia. Ma tutto il mondo esterno sembra non esistere. Delle loro preoccupazioni e difficoltà, dei problemi di Civitavecchia, della crisi economica del Paese, delle guerre in Libia e nel mondo e delle rivolte dei giovani in Africa non c’è traccia né accenno. La pagina dei “Ragazzi del Barone”, come quei muretti del lungomare su cui si siedono a decine la sera, sembra come una bolla, se non proprio un fortino, per tenere ben separati questi ragazzi da quello che accade attorno, che sembrano quasi voler allontanare, o forse esorcizzare, con questa apparente spensieratezza; che però risulta nascondere soprattutto disinteresse e disimpegno verso il mondo esterno, come il concetto di “muretto” suggerisce: statici e semplicemente “alla finestra” di fronte alla vita che scorre intorno, con tutti i suoi problemi di fronte ai quali si preferisce restare indifferenti. Ma attenzione ad imputare esclusivamente colpe a questi ragazzi, figli di un mondo e di una città, come Civitavecchia, che offrono poco o nulla e costruitigli intorno senza chiedergli nulla. Il confine tra disimpegno di chi subisce e imposizione di chi comanda, di fronte ad una esistenza fatta di precariato, poche certezze e scarse opportunità come quella che vivono le generazioni post 2000, è davvero labile. E che la vita sul “muretto” a disquisire principalmente di birra e fondoschiena, sia per certi versi una scelta quasi obbligata in una città che non offre nulla ai suoi giovani, appare ben chiara anche ai “Ragazzi del Barone”, che nella loro presentazione su Facebook non a caso dicono: “sfruttate questa opportunità almeno potemo di de ave’ qualcosa de nostro dove riunisse tutti insieme. Ne sta città che al momento non promette molto almeno per noi giovani anzi niente…”. E la tristissima e sconsolante conferma arriva da un post pubblicato in bacheca che dice: “S. Agostino, meno male che ce sei te a facce passà l’estate”…
Marco Galice