TARQUINIA – Continua il dibattito sulla SS 675: dopo Panunzi e Palozzi, anche Egidi allunga lista dei difensori del territorio, che però vogliono la trasversale nella Valle del Mignone. Il Comitato per il diritto alla Mobilità di Tarquinia li definisce difensori “d’ufficio”. “In questi giorni – afferma infatti il Comitato – stiamo assistendo a una corsa, peraltro scomposta ed improvvisata, di vari soggetti politici che improvvisamente sentono l’urgenza di comunicarci quanto siano attaccati al territorio di Tarquinia. Peccato che naturalmente nessuno ha mai avuto il piacere di incontrarne nessuno nelle numerose occasioni di dibattito pubblico relativo alla localizzazione della SS Orte-Civitavecchia. Stavolta è il turno del segretario provinciale PD Andrea Egidi”.
Si apprenderebbe quindi, da quello che definiscono “un altro grande assente nell’acceso dibattito pubblico fra i cittadini di Tarquinia, unanimemente contrari alla localizzazione della superstrada nella incontaminata valle del Mignone”, che il lavoro della politica c’è stato e “il più delle volte in modo silenzioso. Lo stesso consigliere Enrico Panunzi ha lavorato sottotraccia permettendo oggi un rapporto tra territorio, regione, Anas per migliorare la situazione, anche sotto il profilo del progetto con l’ANAS i rapporti vanno tenuti”.
Lo ha nesso nero su bianco il sig. Egidi. “Loro si muovono sottotraccia – commentano dal Comitato – senza partecipazione né trasparenza, sarà per questo che non l’abbiamo mai visti; perché i tanti fan del progetto Anas preferiscono avere a che fare con quest’ultima piuttosto che con i cittadini; perché i dipendenti della politica non possono non difendere i progetti che la stessa decide di tenere a battesimo, e non possono permettere che sia il territorio a decidere in maniera partecipata dove far passare un tracciato di una superstrada, meno che mai se farla passare o meno.”
Il segretario Egidi avrebbe poi aggiunto: “sul tracciato verde si sta verificando fattibilità e concretezza. E’ in corso un dibattito col territorio che può dare il suo contributo”. Ebbene il Comitato per il diritto alla Mobilità ritiene che forse anche questo dibattito col territorio sia un po’ troppo “sottotraccia”, e che, se di dibattito si può parlare, è certamente tardivo.
“Questi politici dell’ultima ora, che oggi dibattono a mezzo stampa, non hanno avuto nulla da dire all’inizio di questa vicenda nell’agosto 2015. Quando i cittadini erano soli a studiare attentamente le carte del progetto Anas per presentare corpose e dettagliate osservazioni nei termini di legge, per contestare la metodologia scorretta con cui si vuole localizzare un nastro si asfalto e cemento lungo 18 km in uno degli ultimi polmoni verdi rimasti nella nostra regione, in piena ZPS (Zone di Protezione Speciale). Allora, quando essere in tanti a partecipare al dibattito poteva avere un peso nell’iter d’approvazione, quando conoscere il progetto e le sue conseguenze avrebbe dimostrato un reale interesse per il territorio, tutti coloro che oggi spendono parole hanno preferito tacere.”