Tarquinia. Ambientalisti contro il Consorzio Pellicano

TARQUINIA – L’Associazione ambientalista Bio Ambiente e il settore Energia del Forum Ambientalista di Tarquinia contestano duramente contro le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Consorzio Pellicano in merito al progetto per l’impianto a biogas previsto in località Olivastro.
“Sebbene parte delle loro mistificazioni siano già state portate allo scoperto nelle sedi deputate – affermano le due associazioni – ovvero durante la prima seduta della Conferenza di servizio tenutasi in Regione Lazio nell’ambito del procedimento per l’ottenimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), riteniamo doveroso, per informazione alla popolazione, confutare punto per punto le loro mistificazioni. La cosiddetta variante sostanziale al progetto Biogas, è in pratica lo stesso impianto insalubre di prima classe con l’aggiunta ex novo di enormi serbatoi ad alta pressione per lo stoccaggio del gas prodotto. Non è un caso, peraltro, che sia la ASL di Viterbo, sia l’Istituto superiore di sanità, che gli uffici VIA, abbiano imposto al proponente controlli e monitoraggi continuativi degli inquinanti aerei prodotti ed emessi da tale industria. La Asl Viterbo, dopo aver dovuto prendere atto dell’esistenza di edifici entro il raggio di trecento metri, ha testualmente affermato che causa carenza documentale, ‘non è possibile esprimere un compiuto giudizio sotto il profilo igienico sanitario’. L’Arpa Lazio ha fatto notare l’impossibilità, nell’attuale, di potersi pronunciare, soprattutto in relazione al piano di monitoraggio e controllo, vista le lacune nei dati progettuali (flussi in entrata e in uscita, codici CER, etc.) e nelle schede che illustrano il processo produttivo in esame. Il parere dei Vigili del Fuoco, come ben chiarito in sede di Conferenza di Servizio, è quello espresso sull’analisi del vecchio progetto, dove non erano presenti i siti di stoccaggio, ed in quanto tale, non valido.”

Aggiungono inoltre che “la nuova Amministrazione Comunale si è proclamata assolutamente contraria alla centrale Biogas per il tramite di una recentissima delibera consigliare approvata all’unanimità, del parere negativo dell’Ufficio Urbanistico e delle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco durante la prima seduta della conferenza dei servizi per valutazione AIA della centrale, svoltasi il 20 settembre u.s. presso la Regione Lazio. Nell’evidenziare che nel piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, viene indicata in 500 mt lineari la distanza idonea dall’edificato urbano nel caso di ‘case sparse’ come nella fattispecie, e, nell’attesa che i vari enti preposti al rilascio dei pareri, prima fra tutte la ASL, vengano ad accertare in situ la reale antropizzazione all’Olivastro ribadiamo, come peraltro asserito con perizia giurata e facilmente verificabile, che vi è una casa A/3 a distanza zero metri e, cioè, a confine ed altre, via, via, a distanza di 178 mt, 191 mt, 206 mt, 213 mt etc. Non saranno certo le denunce intimidatorie inoltrate dal Pellicano a modificare tale dato inconfutabile né serviranno, sia chiaro, ad imbavagliarci. Vale infine ricordare, per i non addetti ai lavori, che dalla fermentazione anaerobica della nettezza organica (Forsu) oltre ai gas, si produce, quale scarto finale, un materiale, detto ‘digestato’, che altro non è che un rifiuto, poiché deriva da rifiuti, classificato con specifico codice CER. Altro che compost di qualità. Questo rifiuto finale dovrebbe perciò essere eliminato in discarica e non certo smaltito su terreni agricoli di qualità, tanto più se produttori di coltivazioni pregiate, quale quelli di Tarquinia. Tale assunto, ricordiamo, è già norma di legge nelle aree di produzione del parmigiano reggiano”.

Bio Ambiente e il settore Energia del Forum Ambientalista concludono dichiarando: “Negare l’impatto sull’ambiente di tale impianto, che ribadiamo essere industria insalubre di 1^ classe, e l’effetto sommatoria dello stesso con le altre fonti inquinanti del territorio (dalle centrali al porto, dal deposito di armi chimiche a quello di pet coke, etc) significa non solo negare le evidenze scientifiche ma, soprattutto, porre il proprio profitto dinanzi alla salute della popolazione.”