SS 675: le associazioni Nazionali e i comitati di Tarquinia alla conferenza dei servizi

SS 675: Alla conferenza dei servizi ci saranno anche le associazioni Nazionali e i comitati di Tarquinia per dare il loro parere sfavorevole al tracciato verde, quello che promette di distruggere la vallata del Mignone

Tarquinia rischia di perdere un’altra battaglia di civiltà, per la salvaguardia del territorio, e questo perché la politica evidentemente ha altro da proteggere, la carriera politica, gli accordi con il partito, sempre più importanti degli interessi della collettività e dei beni comuni.

E’ successo già e sta succedendo di nuovo per la SS 675, che oggi corre veloce verso l’approvazione in conferenza dei servizi presso il MIT, blindata dal parere favorevole del comune di Monteromano, della Provincia di Viterbo e della Regione Lazio.

In questi sei mesi di discussione sulla trasversale, la grande assente è stata solo la Regione Lazio, che però si presenterà il 28 Aprile alla conferenza dei servizi con il suo parere favorevole al tracciato verde, quello che distruggerà la vallata del Mignone, senza mai essersi preoccupata di confrontarsi col territorio in maniera chiara e trasparente.
Chi non ha avuto il coraggio di affrontare Tarquinia, i Tarquiniesi ed il danno al territorio, è stato per esempio il consigliere regionale Panunzi, che si è guardato bene dal presenziare, seppur invitato, quando il comune di Tarquinia affrontava Anas con un dibattito aperto anche in presenza delle associazioni e dei comitati locali.

Avrebbe fatto la differenza la partecipazione di un rappresentante Regionale ai confronti politici, che viene di persona a vedere dove passa una superstrada e che danni reca all’ambiente, al paesaggio e alle aziende agricole e turistiche.
Probabilmente l’onorevole Panunzi, che tanto presenzia sulla stampa per rappresentare il nostro territorio, non c’è mai stato nella vallata del Mignone né tanto meno si è preoccupato di capire le tante ragioni del no al tracciato verde, affaccendato altrove, ma nonostante questo, nonostante la sua inazione ha deciso che il tracciato verde è il miglior tracciato possibile.

A una settimana dalla conferenza dei servizi, l’unico parere sfavorevole sembra sarà quello del Comune di Tarquinia, nonostante il suo Sindaco andrà a rappresentare una Provincia che invece dirà un convinto sì. Indipendentemente dal fatto se Mazzola delegherà altri a partecipare, la sua Provincia dirà sì alla devastazione del territorio di Tarquinia che potrà incassare il danno senza alcun beneficio.

Il no di Tarquinia da solo quanto conterà? Poteva il comune di Tarquinia fare di più?
La discussione ed il confronto con Anas c’è stato, la collaborazione iniziale con il vicesindaco Bacciardi c’è stata, poi dopo l’intervento del Sindaco Mazzola è andato tutto a carte 48. Anziché coinvolgere Provincia e Regione nella discussione iniziata a Tarquinia ha invece cominciato la sua inutile crociata per il tracciato (inesistente) viola e convinto alcuni comitati a seguirlo, facendo naufragare gli sforzi fatti fino a quel momento in una inutile discussione sui colori dei tracciati, mai stati in discussione presso i Ministeri.
Dal 4 Febbraio 2016 ha avuto, in mano il parere favorevole della Regione Lazio, talmente generico da poter essere contrastato con forza, ma ha scelto un conveniente silenzio, per non mettersi contro la Regione governata dai “suoi”, nonostante questa si mettesse contro il territorio di Tarquinia.
Anas nei suoi incontri a Tarquinia alla fine lo ha dovuto dire chiaramente e il Sindaco lo sa, il tracciato viola, così come quello blu, non sono mai stati realmente oggetto di discussione, ma semplicemente sono serviti ad Anas nella sua Analisi Multi criteri, richiesta dal Ministero dell’Ambiente, come metodo decisionale per verificare un’ipotesi di progetto, sempre quello verde.

I tracciati, viola e blu non sono mai stati reali, tecnicamente solo dei termini di paragoni.
L’incontro organizzato ieri dal vicesindaco Bacciardi è stata l’occasione per fare chiarezza su cosa è ancora possibile fare per salvaguardare il territorio, pur avendo la Regione Lazio e la Provincia di Viterbo pronti a dare il loro parere favorevole.

I Comitati hanno chiesto di poter partecipare alla conferenza dei servizi e intanto presenziare sotto il Ministero delle Infrastrutture durante i lavori con il Vicesindaco con la fascia, per ricordare a tutti che il territorio non si arrende ad una grande opera imposta e dannosa per il fragile territorio di Tarquinia, già danneggiato dalle passate scelte.
Ancora una volta i cittadini, se costretti, si mobiliteranno per difendere la propria terra contro un’altra grande opera che prevede 18 Km di asfalto e cemento, mentre per anni nessuno si è preoccupato di rendere sicura la viabilità locale esistente, la SS1 Bis, che Anas stessa dichiara pericolosa e ad alta incidentalità senza però provvedere neanche a una semplice manutenzione, fatto che fa sospettare che interessino di più i milioni di euro che fioccano per le progettazioni e i grandi appalti, quelli ormai tristemente noti che hanno portato in alcuni casi all’intervento della magistratura.

Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia