“Sono andato all’evento di Forza Nuova, e ci andrei di nuovo”

CERVETERI – Conoscere: l’unica possibilità che abbiamo se vogliamo davvero cambiare le cose. Sono stato invitato e ho ascoltato. Ascoltato, non condiviso. E non senza remore e riserve. Avevano da dirmi e ho ascoltato. Ma ho anche detto. Ancora una volta, come sempre, ho detto che sono contro. Contro ogni simbolo, ogni parola, ogni idea, partito, associazione che rimandi in qualsiasi modo al fascismo.
Lo dice la mia storia, da sempre. Lo dice il fatto che l’ho ribadito anche in quella sede, anche quel giorno. Lo dice quel “Bella ciao” cantato con voce e anima insieme a tutta piazza Aldo Moro durante la chiusura della mia campagna elettorale. Lo dice la mia denuncia pubblica e sulla stampa dei manifesti che inneggiavano alla Repubblica di Salò affissi sui muri di Cerveteri pochi giorni dopo la mia elezione (l’unico cittadino di Cerveteri ad averlo fatto). Lo dice la Costituzione, quella che ho voluto stampare e che nelle prossime settimane distribuirò nelle scuole di Cerveteri, a tutti i nostri studenti perché sappiano, perché conoscano, perché mai più la nostra storia possa solo lontanamente chiamarsi fascismo. Lo dice quella prima festa organizzata insieme a tanti amici, in piazza Santa Maria, per festeggiare il 25 aprile, mai celebrato, da che mi ricordi, nella nostra città. Lo dicono quelle parole di assoluta condanna ai “fascisti mascherati” che ho gridato dai palchi della mia campagna elettorale, anche in questo caso unico candidato a Sindaco della storia di Cerveteri ad averlo mai fatto. Lo dice la battaglia fatta da Governo Civico a sostegno di alcuni ragazzi all’interno dell’istituto Enrico Mattei per contrastare la preoccupante avanzata di Lotta Studentesca (quell’anno Lotta Studentesca ottenne una sola rappresentanza al Consiglio di Istituto).
Sono andato all’evento organizzato da Forza Nuova. È vero. E ci andrei di nuovo. Anche domani se mi invitassero. E, è giusto dirlo, mi hanno lasciato parlare senza censurarmi. Anche quando le parole che dicevo erano forti e di condanna. E ci andrei di nuovo anche perché, al di là dei tanti proclami che ho sentito (quasi sempre soltanto sussurrati) in questi anni, se si vogliono cambiare davvero le cose, bisognerebbe avere il coraggio di affrontarle davvero e a viso scoperto. Sono andato e ho detto quello che pensavo. Ho spiegato che nessun progetto può essere valutato nel merito senza considerare il metodo. Ho detto, davanti a tutti, che mi fa schifo sentire ancora usare la parola “camerata” e che chi lo fa insulta la storia e la nostra Costituzione. E soprattutto non rispetta la memoria di tutte quelle persone morte ammazzate sotto il nazifascismo. Ho detto che sono antifascista e che questo valore per me è inviolabile.
Conoscere: nessuno si senta escluso. Neanche quelli che continuano a riempire la mia bacheca di insulti inaccettabili e assurdi. Non facciamo tutti schifo. So che per alcuni è difficile ammetterlo. Ma è proprio così. Difficile accorgersene, difficile crederci, evidentemente. Tutto mi si può dire, tranne che questo. Tranne che le mie denunce contro il fascismo e contro i neofascsiti non siano state sempre chiare e presenti. Purtroppo, devo dirlo, in questi anni mi sono sentito spesso solo in questa battaglia. Non che non si siano sentite molte parole su questa vicenda (lo ripeto: a volte soltanto sussurrate). Ma a viso aperto, quando c’era da scendere in prima fila, ho sempre trovato al mio fianco soltanto pochi. Pochi amici indignati, oggi quasi tutti presenti all’interno della mia amministrazione (anche per questo ci siamo scelti).
È impressionante quanto una certa modalità, così violenta, così fascista, sia così contagiosa e facile. Lo leggo in alcuni post di questi giorni. Chissà se qualcuno troverà anche il coraggio di scrivere scusa. Ci vuole coraggio. Quel coraggio che molti hanno avuto difficoltà a trovare in questi anni per affiancarmi in tante battaglie a difesa di questi valori. Sarebbe incoraggiante. Significherebbe saper leggere con lucidità e onestà le azioni dell’altro. Io continuo a sperare.
Oggi, però, dopo tutte queste pubblicazioni critiche, posso dire di essere ancora più soddisfatto della mia presenza a quella iniziativa. Oggi, finalmente, tanta gente che viveva nell’indifferenza, sembra essersi svegliata. Oggi leggo mail di sostegno alle mie battaglie storiche contro i neofascisti, mai pervenute prima. Mai pervenute. Chissà se dalle mail al sindaco e dai post sulla mia bacheca si passerà anche a qualcosa di più concreto. Chissà se altri avranno il coraggio di affrontare direttamente il problema non di delegarlo. Non lo so, ma sono già contento di aver generato questa ondata di indignazione. Per cambiare il mondo, l’ho ripetuto spesso in questi mesi, servono due cose: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno lo hanno trovato in tanti in queste ore. Ora aspettiamo il coraggio.

Alessio Pascucci – Sindaco di Cerveteri