S. Marinella. Il Paese che vorrei: “L’Amministrazione calpesta statuto e regolamento”

SANTA MARINELLA – Dal movimento politico “Il Paese che vorrei” riceviamo e pubblichiamo:

“Il 4 agosto 2021 in Consiglio Comunale, la maggioranza ha respinto una mozione, firmata da tutti i consiglieri d’opposizione, che sollecitava il rispetto dell’art. 29 del Regolamento sugli Istituti di Democrazia Partecipata (indicazione della data delle consultazioni referendarie) e dell’art. 80 dello Statuto Comunale (sospensione degli atti relativi ai temi oggetto del referendum al momento della sua indizione).
Un voto, quindi, che arbitrariamente disattende l’applicazione di Statuto e Regolamento. Si può fare?
Il Presidente del Consiglio e la Segretaria Generale hanno dichiarato, non senza un certo imbarazzo, che dal punto di vista procedurale, trattandosi di una mozione, questa poteva essere respinta, accolta o rinviata, indipendentemente dal suo contenuto. Tecnicamente, quindi, niente di irregolare, ma eticamente è ammissibile?
Ci troviamo di fronte a un paradosso: la maggioranza si rifiuta di approvare una mozione che dice in sostanza “bisogna applicare lo Statuto e il Regolamento”, per continuare a non applicarli, fino a che gli farà comodo.
Questa Amministrazione ha dimostrato di essere pronta a calpestare il proprio atto normativo fondante e un regolamento da lei stessa approvato – e con essi ogni rispetto per le regole democratiche e per i propri cittadini – pur di portare avanti, i 5 project financing oggetto dei 5 referendum consultivi promossi dal Comitato Santa Marinella per il Bene Comune.
Indigna, inoltre, che i consiglieri di maggioranza, un attimo dopo avere respinto una richiesta di rispetto delle regole, si siano sollevati per stigmatizzare l’irregolarità dell’urlo di protesta e di sdegno che si è sollevato nel pubblico – irrituale e acceso, sicuramente, ma comprensibile.
Oggi arriviamo addirittura a leggere sui social l’affermazione del Sindaco secondo cui i consiglieri di minoranza si sarebbero rifiutati di collaborare a una riduzione dei costi dei referendum, quando invece l’opposizione si è dichiarata più che disponibile ad operare eventuali modifiche in tal senso al regolamento (come il verbale della seduta sicuramente riporta). Una palese, strumentale, manipolazione della realtà.
Impossibile non constatare che siamo davvero alla frutta”.

Il Paese che Vorrei