S. Marinella. “Giunta Tidei, continua il saccheggio dei beni comuni”

SANTA MARINELLA – Dal movimento politico “Il Paese che vorrei”, riceviamo e pubblichiamo:

“Un altro tratto di spiaggia viene sottratto alla libera fruizione e assoggettato a un nuovo balzello in violazione del regolamento Regionale e quindi in modo assolutamente abusivo.
A Santa Severa, il tratto di spiaggia antistante l’edificio dell’ex colonia è diventato stabilimento balneare. È stato recintato e per poter entrare si pretende il noleggio obbligatorio di ombrelloni e lettini.
Tutto questo nel silenzio più assoluto di una maggioranza che si dice orientata a sinistra ma che si comporta come la destra più disinteressata ai diritti dei più deboli sottraendo ai cittadini, di fatto abusivamente, la libera fruizione di un ulteriore tratto si spiaggia.
Il Regolamento Regionale n. 19 del 12-08-2016 parla chiaro. Quella spiaggia non può essere data in concessione come “stabilimento balneare” (Art. 4) ma solo come “spiaggia libera con servizi”. Questa modalità prevede che l’ingresso nell’area sia libero e gratuito e che gli utenti non siano obbligati a noleggiare attrezzature (Art. 3 comma b). Lo stesso regolamento prevede che le attrezzature (ombrelloni e lettini) non possano essere preposizionati sulla spiaggia. Le attrezzature possono essere collocate solo su richiesta e devono essere rimosse dopo l’utilizzo (Art. 5 comma 8 e Art. 6 comma 2).
Inoltre, inutile dirlo, l’area sottoposta a pagamento è totalmente priva di quelle attrezzature, anch’esse previste dal Regolamento regionale, atte a garantire l’accesso alle persone diversamente abili.
Poche semplici regole completamente disattese, a partire dai cartelli affissi sul perimetro dell’area che riportano la dicitura “stabilimento balneare” e su cui invece, per Regolamento, dovrebbe essere scritto “spiaggia libera con servizi – ingresso gratuito”.
La necessità dell’Amministrazione di fare cassa per la Santa Marinella Servizi non può e non deve intaccare il diritto dei cittadini alla libera fruizione di un bene comune e ricadere sulle tasche dei cittadini più deboli. Un conto è ottenere un guadagno per l’offerta di servizio a richiesta, altro conto è impedire l’accesso alla spiaggia e obbligare le persone al pagamento.
Riteniamo vergognoso che un’attività condotta direttamente dall’Amministrazione comunale e attuata tramite la gestione della sua Società municipalizzata, si permetta l’abuso di non rispettare diritti, norme e regolamenti.
Chiediamo che la Polizia locale e il corpo della Guardia Costiera intervengano tempestivamente per porre fine a questa vergogna.

Il paese che vorrei