S. Marinella. “Dopo 18 lo Statuto del Comune ha raggiunto la maturità”

SANTA MARINELLA – Da mercoledì sera, finalmente, i cittadini di Santa Marinella potranno tornare a ricoprire un ruolo attivo e ben più importante nella vita sociale e politica della propria città. Con l’approvazione, all’unanimità, della mozione presentata da “Il Paese che Vorrei” verranno adottate piccole ma fondamentali modifiche allo Statuto comunale, che renderanno effettivamente operativi gli Strumenti di partecipazione popolare.
Il diritto di partecipare alla vita pubblica e di prendere parte alle decisioni che ci riguardano direttamente verrà maggiormente garantito e ampliato. Sarà possibile presentare istanze, petizioni, proporre atti al Consiglio comunale ed esprimere la propria opinione attraverso referendum consultivi.
Gli abitanti di Santa Marinella, quindi, torneranno a occupare una posizione centrale e ben più importante rispetto a quella a cui erano stati relegati ultimamente.
Questi strumenti, previsti dalla Costituzione e dalla legge ordinaria, erano già presenti nello Statuto comunale. La scelta poco oculata, però, di adottare soglie di sottoscrizioni troppo elevate e effettivamente impossibili da raggiungere, li rendeva praticamente in operativi e inefficaci.
Con le modifiche presentate da “Il Paese che Vorrei” sarà possibile promuovere deliberazioni a iniziativa popolare, tramite la raccolta di 800 sottoscrizioni a fronte delle 3.000 necessarie in precedenza. Questo significa che cittadini che vorranno proporre atti, che una volta approvati diventeranno vere e proprie leggi sul territorio cittadino, saranno in grado di farlo. Potranno essere promosse idee, progetti, indicazioni e si potrà indirizzare l’azione amministrativa che interessa la nostra vita, quella delle nostre famiglie e dei nostri figli.
Attraverso la raccolta di 1.200 firme, a fronte delle 5.000 richieste dal vecchio articolo 80 dello statuto, i cittadini, invece, potranno esprimere la propria opinione sull’operato e sulle scelte dell’Amministrazione. Raggiunto questo numero di sottoscrizioni, infatti, sarà consentita l’indizione di un referendum consultivo che riguarderà tutti gli aventi diritto al voto.
Riteniamo che la partecipazione della gente alla vita politica e sociale della città sia un valore importantissimo e come tale vada tutelato e garantito. Il confronto, il dibattito, le proposte non possono che rappresentare un momento di crescita per la collettività che li promuove. Siamo orgogliosi di aver presentato delle modifiche allo Statuto, le prime in 18 anni, che mirano ad ampliare l’interazione e il coinvolgimento dei santamarinellesi alle questioni che li riguardano direttamente e siamo fieri che queste modifiche siano state approvate all’unanimità.
Ora il prossimo passo sarà quello di far approvare i regolamenti, che “Il Paese che Vorrei” ha già redatto e presentato al Presidente del Consiglio, necessari a rendere definitivamente operativi gli strumenti di partecipazione popolare.
Più di una perplessità, invece, suscita la scelta dell’Amministrazione di bocciare l’adozione dell’istituto del referendum abrogativo. In un quadro normativo, nel quale anche a livello costituzionale si sta procedendo verso l’approvazione del referendum propositivo, decidere di non rendere più moderno e al passo con i tempi il nostro Statuto, rappresenta una vera battuta di arresto per la democrazia. Le parole della consigliera Maura Chegia, tutte mirate a prendere ad esempio esclusivamente realtà che in materia risultano meno virtuose di quella santamarinellese, fanno comprendere che questa maggioranza non ha la minima intenzione di intraprendere nessun passo in avanti in direzione della qualità. Finché non si inizierà a prendere ad esempio l’eccellenza o situazioni migliori di quella di Santa Marinella, la nostra città ha ben poche speranze di crescere.
L’amministrazione, piuttosto che preoccuparsi per l’abrogazione di un atto, dovrebbe fare di tutto per emanare provvedimenti ineccepibili. Ci chiediamo, infatti, quali strambe azioni voglia intraprendere in futuro la maggioranza, per aver così tanta paura di questo strumento di partecipazione e controllo da parte dei cittadini.

Il Paese che VorreiGruppo di lavoro Strumenti di Partecipazione Popolare