S. Marinella. Celebrato il “Giorno del Ricordo”

SANTA MARINELLA – Santa Marinella ha celebrato il Giorno del Ricordo, istituito il 10 febbraio 2004 per conservare e ricordare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

L’orrore delle foibe continua a colpire le nostre coscienze – ha sostenuto il sindaco Pietro Tidei “Ricordo” insieme a “Memoria” sono termini che il nostro ordinamento ha voluto riconoscere e istituzionalizzare perché debbano diventare le icone di una storia fatta di lotte per la libertà e per la democrazia. Ricordo e Memoria si impongono come delle enormi statue presenti nelle città italiane, sulle quali è stato versato il sangue di milioni di uomini innocenti, vittime dei regimi totalitari e della brama di potere che spesso ha accecato interi governi. Come ha dichiarato il Presidente Mattarella “sono passati tanti anni, ma le ferite sono ancora aperte”. Ringrazio le autorità militari, religiose, civili, le associazioni di volontariato che hanno preso parte alla cerimonia, in particolare l’Associazione Stella Polare Onlus che continua a collaborare con il comune di Santa Marinella a questa importante celebrazione tenuta ogni anno nel Parco dedicato ai Martiri delle Foibe”.

“Sempre e soprattutto oggi – ha aggiunto il Primo cittadino – nel Giorno del Ricordo, è doveroso inviare un messaggio di solidarietà ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti. Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e quest’ultimo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione. Ecco perché lo Stato riconosce ed istituisce il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo, perché è la ricostruzione della memoria che resta condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia e pace. Con il cuore nel passato – ha concluso Tidei – l’Italia e l’Europa hanno il dovere di guardare al futuro e desiderare una politica di coesione, fratellanza, sostegno e aiuto reciproco”.