“Riflessioni sul 25 Aprile”

SANTA MARINELLA – Anche a Santa Marinella abbiamo ricordato l’anniversario della liberazione d’Italia.
Anche quest’anno, tutto ciò che sento intorno a questo evento lascia in me spazio ad una riflessione.
Abbiamo vissuto un altro 25 aprile all’insegna della retorica, della contrapposizione fra fascisti e partigiani, fra destra e sinistra, fra il bene e il male…
Ancora una volta assistiamo a questa triste divisione, opportunamente e volutamente alimentata, come se a qualcuno servisse che tanti italiani vivano in tale contrapposizione, in questo odio ereditato da altri.
Per chi abbia voluto dare una personale interpretazione alla storia, per chi ancora ne strumentalizza vittimisticamente i fatti, a scopi politici, il terreno fertile è offerto proprio dalla nostra storica tendenza di dividerci in fazioni.
Noi siamo il Paese del campanilismo, in tutte le sue accezioni, dell’eterna competizione fra guelfi e ghibellini, fra Pisa e Livorno, fra fascisti e antifascisti, fra Nord e Mezzogiorno, e per limitarci all’ambito locale…fra Santa Marinella e Santa Severa; un Paese incapace di guardare al futuro e di costruirlo insieme, con solidarietà, con fiducia reciproca, con idee e progetti da condividere.
Il popolo italiano è ancora qui a vedere alimentate le spaccature sociali, a leggere versioni parziali e artefatte della nostra storia nei libri di testo, ad ascoltare piagnistei e “boldrinate” a cui non credono più neanche loro.
Il movimento di resistenza italiana era formato da persone di destra e di sinistra, da cattolici e non, da contadini, operai e borghesi: si dovrebbe festeggiare la fine del conflitto bellico, e la voglia degli italiani di ripartire dopo un periodo di sofferenza, onorando la memoria di tutti i Caduti, senza connotare politicamente cosa è successo 70 anni fa, ed agitare ideologie in memoria di quei tempi.
La cosa migliore da fare è ricercare la verità storica, comprenderla, e poi guardare avanti, con questo bagaglio culturale sulle spalle. Una ricerca di una più obiettiva lettura dei fatti della nostra storia, che però troppo spesso è stata bollata da alcuni storici come “pericoloso revisionismo”.
In conclusione, mi auguro che su questa data non ci sia più strumentalizzazione, che non venga sfruttata dai nostri politici per spot elettorali a buon mercato, e che non ci sia una parte politica a prendersi i meriti dalla fine del conflitto bellico.
Altrimenti, ci potrebbe essere qualcun altro a considerare il 25 di aprile come l’anniversario della colonizzazione a stelle e strisce dell’Italica penisola….
Di un Paese che nel luglio ‘45 avrebbe dichiarato guerra al Giappone, coltivando ingenuamente l’idea di meritare un miglior trattamento al tavolo dei vincitori e dei trattati di pace, ma che invece continuò ad essere considerato dalle forze angloamericane sempre e solo come un Paese sconfitto, come un Paese da colonizzare. Allora economicamente, e poi, ai giorni nostri, finanziariamente.

Andrea Passerini – Consigliere Comunale Fratelli d’Italia-AN Santa Marinella