TARQUINIA – «L’Università Agraria di Tarquinia si conferma capace d’innovare e sperimentare». Lo afferma l’assessore Attilio Boni. «Dopo la novità della cippatura in loco e dello smaltimento delle ramaglie post taglio, altre novità arrivano anche nelle modalità di taglio del bosco. – prosegue – L’obiettivo è di razionalizzare i costi e preservare la ricrescita. Alla presenza del responsabile dell’IVALSA (Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree) del CNR, del Corpo Forestale dello Stato, con il coinvolgimento della Provincia di Viterbo, e naturalmente con il ruolo attivo dell’Università Agraria, sono state selezionate 15 parcelle oggetto di taglio con tre tecniche diverse: la prima con il classico utilizzo delle motoseghe, le altre due mediante mezzo meccanico con installata in un caso cesoia e nell’altro disco rotante. Nel corso del tempo si valuteranno i dati per capire quale tecnica garantisca la ripresa più rapida del bosco. L’uso di mezzi meccanici per il taglio è già diffuso e conosciuto in Toscana, ma è novità importante per il Lazio. Mezzi all’avanguardia grazie al supporto della ditta Barili, garantisce risultati attendibili. Il bosco ceduo deve essere tagliato con cicli di 18 anni. Dove si è omesso il taglio, i danni sono stati irreparabili. L’avviamento ad alto fusto va assistito e limitato a zone determinate. L’obiettivo è comunque ridurre lo stress del bosco, post taglio. Altro elemento che genera preoccupazione, la forte e massiccia presenza di daini che nutrendosi dei polloni di ricrescita minacciano il naturale sviluppo del bosco. Il taglio dei boschi è una voce di bilancio fondamentale per l’Università Agraria. La scelta del cippato risolve problemi importanti rispondendo a una crisi del settore della legna da ardere che rischiava di mettere in difficoltà l’Ente e le sue sezioni boschive».