LADISPOLI – “Può darsi che non siate responsabili per la situazione nella quale vi trovate. Ma lo sarete se non farete nulla per cambiarla” (Martin Luther King). Deve essere stato questo lo spirito di chi ha lottato per anni al fine di rendere finalmente giustizia alle vittime della strada: padri, madri, fratelli, amici, cittadini comuni, tutti uniti dal desiderio di dare una risposta al destino, ma anche e soprattutto alla colpa.
Il 2 Marzo 2016 è stato definitivamente approvato dal Senato, con voto di fiducia, il D.D.L. 859 (Omicidio stradale): 149 sì, 3 voti contrari e 15 astenuti: questo l’esito della votazione. Inasprite le pene per chi provoca morti o feriti sulle strade.
Per l’omicidio stradale è previsto il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio nei casi con aggravante (droga e alcool ‘pesante’).
Se ne è parlato venerdì 13 Maggio, nella Sala Conferenze dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli.
Primo relatore l’Onorevole Emiliano Minnucci, membro della Commissione Trasporti della Camera, che ha seguito dalla nascita il contrastato percorso di approvazione del provvedimento.
Ad aprire i lavori, la Preside dell’Alberghiero di via Federici, Prof.ssa Vincenza La Rosa e la Vicepreside Prof.ssa Lucia Lolli. “L’educazione alla sicurezza stradale e alla salute è un dovere istituzionale della scuola – ha dichiarato la Dirigente scolastica – e, per quanto riguarda il nostro Istituto, costituisce da sempre un elemento qualificante dell’offerta formativa. Quello di ‘salute’ è un concetto complesso, ma concreto: è una risorsa che va guadagnata e mantenuta attraverso scelte consapevoli. Compito della scuola è di moltiplicare gli interventi informativi di educazione e di promozione della salute e della vita”.
“Abbiamo dedicato a questi temi un ciclo di incontri che hanno visto intorno a questo tavolo Agenti della Polizia Stradale, Carabinieri ed esperti del settore. – ha aggiunto la Vicepreside Lucia Lolli – I dati dimostrano l’incidenza delle campagne di informazione, sensibilizzazione e prevenzione sulla riduzione del numero delle vittime. Continueremo su questa strada, certi di perseguire una strategia efficace e vincente”.
Il primo intervento è stato quello della Prof.ssa Avv. Claudio Amoroso, Docente di Diritto Civile e Aeronautico all’Istituto Superiore “Salvo D’Acquisto” di Castel Giuliano. L’Avv. Amoroso ha delineato l’iter legislativo che ha portato all’approvazione della Legge 41 del 23 Marzo 2016 sull’omicidio stradale, comparando l’ordinamento giuridico italiano con i quadri normativi di altri Paesi europei e soffermandosi in modo particolare sul caso della Spagna.
“L’omicidio stradale è legge e per me – ha dichiarato l’Onorevole Emiliano Minnucci – così come per tutti i familiari delle vittime e dei cittadini impegnati nelle Associazioni che si sono battute su tale questione, è una grande soddisfazione. E’ stato un successo importante anche per tutti quelli che hanno lavorato per giungere a questo obiettivo che possiamo tranquillamente dire, senza enfasi, può valere un’intera legislatura”. “Questa norma – ha aggiunto Minnucci – permette, infatti, due precise risposte: da un lato, rende giustizia alle vittime dei pirati della strada, a tutti coloro cioè che hanno subito un danno fisico o nei loro affetti più cari; dall’altro, sviluppa un’azione concreta di deterrenza, poiché questa normativa tanto attesa si pone anche un compito pedagogico ed educativo. Ora è nostro dovere informare e divulgare i contenuti della nuova Legge, a cominciare dalle scuole. Continueremo questa battaglia, che è una battaglia di civiltà. A tal fine ho deciso di presentare una proposta legislativa sull’istituzione di una Giornata della memoria per le vittime della strada, che potrebbe diventare, già dal prossimo Novembre, la Giornata Nazionale dedicata all’Educazione Stradale”.
Allarmanti i dati divulgati dall’Osservatorio dell’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale): ogni anno, una media di circa 10 morti al giorno; alcol e droga le cause, nel 25% dei casi. L’Osservatorio Europeo vede l’Italia collocarsi al secondo posto nella classifica degli incidenti mortali (dopo la Francia). La tendenza a superare il limite di velocità è, in Italia, del 20% mentre in gran parte dell’Europa si ferma al 10%. Inoltre, i dati Istat relativi al primo semestre del 2015 indicano una inversione del trend di diminuzione della mortalità in atto dal 2001, con un aumento dell’1,0 % del numero delle vittime. In particolare, fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, l’incidente stradale è la principale causa di morte. L’incremento della mortalità, che si riscontra anche in altri Paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna vede dunque allontanarsi l’obiettivo europeo di dimezzare il numero delle vittime per incidente nel 2020, rispetto al 2010.
A prendere la parola è stato quindi Federico Ascani, Consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale, che ha invitato gli studenti a “selezionare” sempre le esperienze, cercando di vigilare costantemente sulla propria condotta ed imparando, in ogni contesto, ad evitare gli eccessi.
A spiegare agli allievi i concetti di ebbrezza alcolica e di alterazione psico-fisica, è stata, invece, la Dott.ssa Cinzia Cocilovo della ASL Roma F. Oscillazioni e restringimento del campo visivo, fenomeni di distorsione spazio-temporale, mutata percezione dei contorni e dei colori, rallentamento dei riflessi, riduzione del livello di attenzione, sopravvalutazione delle proprie capacità, sottovalutazione delle situazioni di pericolo: questi solo alcuni degli effetti delle sostanze psicotrope sulle capacità visive, percettive e attentive di chi si mette alla guida.
I dati statistici, anche in questo caso, parlano chiaro: secondo l’Istat, il 63% della popolazione italiana maggiore di 11 anni consuma bevande alcoliche almeno una volta nell’arco di 12 mesi. La popolazione più a rischio per il cosiddetto “binge drinking”(in altri termini, l’ “abbuffata di alcolici”, l’ubriacatura alla ricerca di una perdita di controllo immediata) risulta quella giovanile (18-24). Di pochi giorni fa è la notizia di un raddoppio del numero di quindicenni che fanno un uso continuato di eroina. Va anche peggio per la cannabis, la droga più diffusa, per il basso costo e la facile reperibilità: in Italia hanno fumato spinelli, almeno una volta nella vita, 5 milioni di giovani fra i 15 e i 34 anni (quasi il 40%).
Ha preso quindi la parola il Generale Giuseppe D’Accolti: “Ho pilotato aerei da guerra e in 40 anni di volo ho maturato un rapporto che definirei di familiarità con la morte – ha dichiarato il Generale – ma colpisce anche me l’assoluto silenzio che accompagna un incidente stradale. Tutto tace nel luogo in cui fino ad un attimo prima c’era la vita. Ho vissuto questa tragica esperienza con la perdita del figlio di mio fratello, ucciso da un uomo che aveva percorso 20 km contro mano. Chi rimane è condannato all’ “ergastolo”: un padre, una madre, un familiare, che hanno perso un congiunto e gli sopravvivono, sono condannati all’ “ergastolo dell’impotenza e del dolore”. “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano inattivi” diceva Oscar Wilde. Non andate forte, – ha concluso il Generale D’Accolti, rivolgendosi agli studenti – andate oltre, fatevi cittadini, rendetevi promotori della sicurezza stradale ed educatori dei vostri coetanei. Difendete la vita”.
E’ intervenuta successivamente la Prof.ssa Clelia Formiconi, Coordinatrice del Movimento “Strada alla vita”, che riunisce 60 Associazioni (www.stradaallavita.it), accompagnata da Claudio Martino, Addetto-Stampa AIFVS (www.vittimestrada.eu) e Presidente AUFV, Associazione Unitaria Familiari e Vittime (www.aufv.it). “In Italia manca una vera ‘cultura della strada’ – ha sottolineato la Prof.ssa Formiconi – Ho elaborato un progetto dedicato alle scuole, in cui ho insegnato per trent’anni, finalizzato a promuovere il valore insostituibile della qualità della vita. La strada è il primo spazio delle relazioni sociali. Dobbiamo fare in modo che diventi una palestra di civiltà e non un luogo di morte”.
A chiudere i lavori, il Presidente dell’Associazione Culturale “L’Agone Nuovo”, Giovanni Furgiuele, organizzatore del convegno: “Fate tesoro dell’esperienza degli adulti – ha detto rivolgendosi agli studenti – Non dobbiamo solo reclamare i nostri diritti, ma anche e soprattutto meditare sui nostri doveri. L’Italia ha bisogno di regole certe. Saperi, cultura, informazione e tecnologia sono a nostra e a vostra disposizione. Impariamo ad usarli per promuovere la vita”.