Ladispoli. Servizi sociali, l’Amministrazione dà i numeri…

LADISPOLI – “Nel 2015 i Servizi sociali hanno assistito 1650 cittadini e che attualmente sono seguite 20 persone nelle case di riposo (costo annuo di 170mila euro), 68 nelle residenze socio-assistite (costo annuo di 180mila euro) e oltre 30 ragazzi in case famiglia (costo annuo 450mila euro). Oltre 100 sono gli anziani che usufruiscono dell’assistenza domiciliare (costo annuo 290mila euro) mentre sono 60 i cittadini inseriti nel progetto risocializzazione (costo annuo 100mila euro). Nell’area disabilità adulti i cittadini seguiti dai Servizi sociali comunali sono circa 130 (costo annuo 700mila euro) mentre nell’area disabilità giovanile i ragazzi sono 90 (costo annuo 400mila euro). Infine sono stati erogati circa 200mila euro di contributi a favore di 460 nuclei familiari in difficoltà, oltre a numerosissimi interventi per sfratti esecutivi, libretti per le medicine, buoni pasto e varie forme di assistenza urgente”.

Questi i numeri forniti dall’Amministrazione comunale in merito all’attività svolta nell’ultimo anno dai Servizi sociali. “E’ chiaro – prosegue l’Amministrazione – che le risorse non sono mai abbastanza e che la situazione, soprattutto in questo ultimo periodo, per molte famiglie si è ulteriormente aggravata. Purtroppo se da una parte sono sempre più le persone che bussano alla porta dei Servizi sociali comunali e che sollecitano un aiuto economico dall’altra ci troviamo di fronte a tagli continui nella composizione dei bilanci. Il Comune di Ladispoli è l’ente nel litorale a nord di Roma che in percentuale rispetto al proprio bilancio investe di più nei Servizi sociali. Alle associazioni umanitarie che agiscono nel nostro territorio il Comune ha assicurato, fin dalla loro costituzione, una sede dove poter sviluppare la loro meritoria attività e questo privilegiando le attività umanitarie rispetto a quelle di altre attività di volontariato che pure avevano richiesto strutture al Comune. L’obiettivo dell’Amministrazione comunale è arrivare ad una sede stabile e possiamo assicurare sin d’ora che le associazioni umanitarie non saranno mai senza una sede”.