LADISPOLI – “Non ho mai cambiato idea sulla delocalizzazione della Recin e ho sempre agito secondo quanto deliberato dal Consiglio comunale di Ladispoli”. Con queste parole il sindaco della città balneare Crescenzo Paliotta è intervenuto sulla decisione del Conferenza dei Servizi di prorogare per altri sei mesi l’apertura del centro di compostaggio dei Monteroni con la riduzione, però, al 60% del conferimento dei materiali.
“Su questa vicenda – ha proseguito Paliotta – è indispensabile fare chiarezza. Innanzitutto non è stato il Comune di Ladispoli a decidere nelle scorse settimane di sospendere l’attività della Recin: noi abbiamo preso atto di una comunicazione della Provincia di Roma nella quale si notificava l’impossibilità della Recin di proseguire l’attività a causa della mancanza di una delle autorizzazione previste dalla Legge. Il fatto che qualcuno abbia tentato di associare la posizione del comune di Ladispoli nella Conferenza dei servizi convocata per autorizzare la Recin all’emissione di gas nelle atmosfere è un atto strumentale. La posizione dell’Amministrazione comunale di Ladispoli in questa vicenda è nota da anni e documentata da una delibera di Consiglio comunale votata all’unanimità che dava un tempo definito alla Recin per essere delocalizzata da quel sito o, in caso contrario, cessare l’attività”.
“Pertanto – ha continuato Paliotta – non si può sostenere che il sindaco, che rispetta la volontà del Consiglio comunale e, quindi, dell’intera città, stia compiendo atti arbitrari o discriminatori. E’ normale che un Comune chiamato alla Conferenza per autorizzare l’impianto a proseguire l’attività lo faccia chiedendo condizioni che rispettano la volontà del Consiglio comunale. Non si può pensare, infine, che debbano essere tutelati solo i diritti di una parte quando in quella zona insistono da decenni aziende agricole e agriturismi. Per non parlare dei siti archeologici e culturali, delle numerose abitazioni, alcune delle quali a meno di cento metri”.
Attualmente sulla vicenda Recin sono istituite due Conferenze dei servizi: una riguarda la delocalizzazione dell’impianto a Cerveteri ed è stata promossa dalla Provincia di Roma su istanza della Recin e vede coinvolto solo il comune etrusco. L’altra Conferenza, promossa da palazzo Valentini sempre su istanza della Recin, riguarda la richiesta all’autorizzazione per l’emissione in atmosfera e, in questo caso è stato chiamato in causa il comune di Ladispoli.
“Vorrei sottolineare – ha concluso Paliotta – l’importanza del fatto che il Comune di Ladispoli e quello di Cerveteri stanno lavorando insieme per trovare una soluzione che salvaguardi sia l’ambiente che l’esistenza di un impianto di recupero che, con i necessari accorgimenti, può dare un servizio a tutto il comprensorio”.