Ladispoli. “Piazza Almirante: incomprensibile il comportamento di Grando”

LADISPOLI – Malgrado la forte mobilitazione cittadina contro l’intitolazione di una Piazza a Giorgio Almirante a Ladispoli, la Prefettura di Roma ha rilasciato il nullaosta. Questa decisione che riguarda il piazzale antistante la chiesa del Sacro Cuore ci lascia francamente esterrefatti, non riusciamo a comprendere con quali logiche e con quali valutazioni sia stato concesso il benestare. Come comitato non riteniamo affatto concluso il nostro lavoro e non ci arrendiamo davanti a questa decisione. La nostra lotta andrà avanti con nuove iniziative di protesta condivise con cittadini, associazioni e gruppi politici. Ad oggi, però, ci appare ancor più evidente l’inadeguatezza del Sindaco Grando all’esercizio del ruolo al quale è stato chiamato da neanche il 24% dei nostri concittadini. Solo qualche settimana fa, con una lettera pubblica, i parrocchiani della chiesa del Sacro Cuore avevano chiesto d’intitolare quello stesso piazzale alla memoria di Marco Vannini. Ció all’indomani di una sentenza che ha fatto stringere l’intera comunità in un abbraccio solidale con la famiglia Vannini per esprimere lo sdegno e lo sconcerto per una sentenza lontana dalla giustizia che ci si attendeva. Per il Sindaco di Ladispoli poteva essere l’occasione di compiere un gesto nobile e sentito, riconciliandosi nello stesso tempo con quella parte di cittadinanza che si era opposta fortemente a piazza Almirante. Sarebbe stato davvero un atto di grande lungimiranza politica; un modo saggio per sanare degnamente questa spaccatura assurda tra cittadini e Istituzione locale. E invece Grando ha preferito ancora una volta svolgere solo parzialmente il suo ruolo di Primo Cittadino, continuando a rappresentare soltanto una parte di città: quella che più gli somiglia e che più lo aggrada, plaudendo alle sue decisioni “imperiali” senza disturbarne le manovre. E lo ha fatto non degnandosi di dare una risposta pubblica a una richiesta pervenuta da una parte sostanziosa e organizzata della sua città, da una comunità parrocchiale vasta ed eterogenea. Magari la stessa che frequenta lui stesso o qualcuno dei suoi amministratori. Tuttavia siamo adulti, e non ci stupiamo di questo modus operandi ormai anche piuttosto retorico e noioso. Infatti, rimanendo sul piano dei rapporti di forza, neanche di fronte a migliaia di firme raccolte o alla presenza di rappresentati istituzionali, Grando ha ritenuto opportuno convocare i referenti del Comitato NO Piazza Almirante, fosse anche per mostrargli l’ufficio di Piazza Falcone o (magari) per dare una spiegazione plausibile a questo impellente (quanto incomprensibile) bisogno di intitolare la piazza dell’ex campo sportivo di Ladispoli a Giorgio Almirante. Chissà, magari confrontandosi a voce alta con la parte vasta di città che non condivide questa sua presa di posizione, si sarebbe reso conto dell’assurdità e dell’inopportunità della decisione anche solo ascoltandoli.

Comitato NO Piazza Almirante Ladispoli