CERVETERI – Persiste una situazione di grave irregolarità nella gestione del servizio idrico integrato, depurazione e fognature nel comune di Cerveteri, da parte dell’ente gestore ACEA ATO2 S.p.A del gruppo ACEA S.p.A che dal 1° gennaio 2008 ha preso in carico e in gestione l’intero servizio. Ne è convinta l’opposizione consiliare secondo cui sembrerebbe che il fosso Manganello, i cui liquami dopo un lungo percorso finiscono nel Mar Tirreno, oggi abbia delle irregolarità nel sistema degli scarichi, a causa di mancati controlli degli enti preposti, di cui alla direttiva 91/271/CEE in tema di trattamento dei reflui, recepita dall’Italia con il decreto legislativo n. 152 del 2006 s.m. e i. (c.d. Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati con più di 2.000 abitanti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue. Nel periodo compreso tra giugno e luglio 2014 il personale della Guardia Costiera in servizio presso la Capitaneria di Porto di Civitavecchia ha effettuato il servizio di vigilanza ambientale presso il fosso del Manganello, congiuntamente ai tecnici dell’ARPA Lazio, elevando numerosi verbali di contestazione di infrazione, ai sensi della legge n. 689/81. Dai controlli è emerso che gli scarichi delle acque reflue, derivanti dai servizi igienici, si riversano nella rete fognaria per acque bianche del Comune di Cerveteri, a mezzo di allaccio a collettore anziché nella prevista rete fognaria comunale; l’esito è l’elusione del processo di depurazione poiché gli scarichi finiscono nel tratto tombato del fosso Manganello, ubicato all’interno del centro urbano del Comune di Cerveteri.
A denunciare queste gravi irregolarità sono stati i Consiglieri comunali, Aldo De Angelis (Pd) e Salvatore Orsomando (Fi) con l’interrogazione del 15 ottobre 2015 rivolta al Sindaco di Cerveter Alessio Pascucci al quale chiedono contezza di quanto è stato fatto dopo ben 60 verbali di contestazione e 8 note tra luglio e settembre 2015 da parte della Capitaneria di Porto di Civitavecchia. E sulla scorta della loro interrogazione affermano che “esistono cittadini di serie A e di serie B, visto che la problematica degli scarichi e relativi allacci per la parte alta del Fosso Manganello si è risolta con l’intervento di ACEA ATO2 mentre per la parte bassa si è provveduto alla pubblicazione di Ordinanze, ponendo a carico dei residenti oneri e spese entro un periodo esiguo di 60 giorni”. “Per quale motivo – si domandano – privati cittadini dei complessi immobiliari ‘Saturno 1’ e ‘Saturno 2’ dovrebbero eseguire, a propria cura e spese, i lavori oggetto delle ordinanze, quando tali lavori dovevano essere già realizzati dal Comune di Cerveteri, in virtù dei pagamenti pretesi per l’allaccio alla rete fognaria? Come dovrebbero fare i cittadini, destinatari delle ordinanze, ad eseguire i lavori richiesti su infrastruttura e suolo pubblici?”
I Consiglieri inoltre nella loro lunga interrogazione pongono una serie di domande al Sindaco per una questione di equità sociale e per sapere “se è stata eseguita e quando la mappatura totale e dettagliata della rete fognaria di Cerveteri; nello specifico, quella relativa alla zona in cui insistono tutti i fabbricati del Condominio ‘Saturno 1’ e gli immobili di Via Vitaliano Marini e Via Fratelli Pietro e Sante Marini; se la stessa è stata consegnata al Gestore Acea ATO2 e in quale data; se è stato eseguito e quando un censimento degli scarichi del Comune di Cerveteri e se è stato consegnato al Gestore Acea ATO2 e in quale data”. E ancora: “perché il Comune e l’ente gestore ACEA ATO2 non hanno prodotto opportuna comunicazione all’utenza, spiegando che il Fosso Manganello non avrebbe dovuto essere utilizzato come tubazione di fognatura per acque miste o nere? Perché il gestore del servizio idrico integrato non ha organizzato un adeguato servizio di controllo? Su quali e quanti immobili del complesso ‘Saturno 1’ e ‘Saturno 2’ (via Vitaliano Marini e via Fratelli Marini) sono state eseguite le verifiche della Capitaneria di Porto? Perché il Comune di Cerveteri non ha partecipato alle verifiche della Capitaneria di Porto, coadiuvata da Acea-Ato 2? Che tipo di accertamenti ha svolto il Sindaco del Comune di Cerveteri?”
A tutta questa sequela di domande i Consiglieri De Paolis e Orsomando accompagnano questa riflessione: “Non è giusto che ricadano solo su alcuni cittadini gli oneri di una rete fognaria inesistente, visto che pagano regolarmente le tasse locali oltre agli oneri di urbanizzazione. E’ opportuno invece intervenire con cambio di destinazione d’uso della condotta fognaria al centro degli accertamenti, trasformandola in condotta per le acque miste da collegare al depuratore, attribuendo gli oneri al Comune oppure al gestore del servizio idrico (Acea-Ato 2)”. Invitano quindi il Sindaco a sospendere l’esecuzione delle contestate ordinanze e a integrare il provvedimento amministrativo con il dettaglio di tutte le opere da svolgere, le modalità e i soggetti da coinvolgere nell’esecuzione. Un anno dopo le indagini della Capitaneria di Porto, la società Acea ha infatti realizzato uno scolmatore/deviatore tra Via Settevene Palo e Via Ceretana, risolvendo quindi le problematiche degli sversamenti inquinanti nella parte alta del fosso del Manganello; ma gli utenti della parte bassa del Fosso sono invece oggetto di specifiche ordinanze comunali che creano un’evidente disparità sociale tra l’utenza.
Al termine dell’interrogazione De Paolis e Orsomando sottolineano e ribadiscono che solo il Comune e il gestore Acea hanno precise responsabilità in merito agli scarichi domestici, allacci e autorizzazioni come stabilisce la Legge n°14 del 1999 della Regione Lazio in relazione all’inquinamento delle acque.
Antonella Marrucci