Comunicato Stampa Consorzio Pellicano in risposta alle dichiararazioni della Coldiretti Viterbo
“In relazione alla nota della Coldiretti Viterbo a firma del suo presidente Mauro Pacifici e del direttore Andrea Renna, inviata alla Regione Lazio per ” evidenziare” si scrive , “alcune criticità riguardo alla paventata realizzazione di un impianto a biogas a Tarquinia in località Olivastro”, il Consorzio Pellicano titolare in località Olivastro di un impianto per la raccolta differenziata e proprietaria del terreno ove intende implementare un impianto di compostaggio con sistema anaerobico che produce biogas utilizzato per la produzione di energia elettrica, comunica e precisa quanto segue:
Ritiene pregiudizievole il comportamento della Coldiretti Viterbo in quanto alle ripetute riunioni alle quali si fa nella nota riferimento, con dirigenti e associati, mai è stata avvertita l’esigenza di interpellare il Consorzio Pellicano, informarsi sulle sue intenzioni, e soprattutto prendere visione ed eventualmente chiedere precisazioni sul suo progetto. Si parla infatti nella nota, di “trasmissione” di documentazione che avrebbe portato alla rilevazione delle criticità segnalate. Sarebbe interessante sapere di quale documentazione si tratta e quale eventualmente è la fonte per valutarne veridicità, valenza scientifica e livello di approfondimento o di genericità, peculiarità fondamentali per problemi di tale importanza. Si fa riferimento poi al “Progetto in analisi”. Quale? Quello del Consorzio Pellicano? Crediamo sia impossibile sia quello dal momento che il Consorzio Pellicano non ha mai trasmesso alcun progetto alla Coldiretti Viterbo per il sol fatto che questa non lo ha mai chiesto. Se lo avesse chiesto magari avrebbe potuto essere precisa sull’estensione della terra utilizzata, avrebbe potuto rendersi conto che è inesistente ogni preoccupazione per le falde acquifere avrebbe potuto valutare il beneficio che una agricoltura di eccellenza ricava dall’utilizzo di un compost naturale di alta qualità che l’impianto produce e mette a disposizione piuttosto che l’utilizzo dei concimi chimici. Avrebbe in fine potuto convenire che quell’impianto valorizza e non arreca pregiudizio alle aziende agricole vicine. Siamo sicuri che, eliminato il pregiudizio che porta a condanne preventive e a dire no a ciò che non si conosce, tutti riaffermeranno il diritto di essere sempre ben rappresentati.”