Cerveteri. De Angelis e Orsomando: “No Consorzio Cerenova, no party”

CERVETERI – Dai Consiglieri comunali di minoranza Aldo De Angelis e Salvatore Orsomando, riceviamo e pubblichiamo:

“Alessandro Manzoni direbbe “Questo Consorzio non s’ha da fare, nè domani nè mai!. Noi, invece, aggiungiamo e ripetiamo che questo fantomatico “Consorzio Cerenova”, nascondendosi dietro a tante parole e pochi fatti, da “sogno di mezza estate” di pochi interessati, tra cui forse qualche società o imprenditore, potrebbe tramutarsi non solo in un grande bluff ma nella solita “stangata” a scapito della maggior parte dei cittadini di Cerenova che, se proprio vogliamo dirla tutta, dovrebbero avere il sacrosanto diritto di scegliere ,anche attraverso un referendum (come già proposto da alcuni), per decidere direttamente del proprio futuro e su come spendere i propri soldi senza essere messi in un angolo o obbligati da azioni da parte di terzi o dello stesso Comune di Cerveteri. Certo che, vedendo tutto il nebuloso e arzigogolato ”andazzo” della storia di questo Consorzio sembra quasi che i cittadini di Cerenova vengano considerati “figli di un Dio minore” o “cittadini di serie B”. Ma non è che per caso, con la scusa della gestione dell’acqua per irrigazione (fornita dal Consorzio di Bonifica) e la relativa costituzione di un “Consorzio Cerenova” si vuole arrivare a formare un altro tipo di Consorzio che è quello denominato “Consorzio Stradale” ?. Per chi non lo sapesse, i consorzi stradali obbligatori, traggono origine da un dispositivo quasi centenario. E’ infatti il Decreto Legge Luogotenenziale del 1° settembre 1918, n. 1446, a stabilire, al primo articolo, che “Gli utenti delle strade vicinali, anche se non soggette a pubblico transito, possono costituirsi in Consorzio per la manutenzione e la sistemazione o ricostruzione di esse”. Decreto che, pur risalente alla fine della prima guerra mondiale, non ha perso una sola riga di attualità tant’è che è stato più volte richiamato e confermato da successive disposizioni di legge come il Nuovo Codice della Strada ed il Codice sugli appalti pubblici, tanto per citarne due. I Consorzi Stradali obbligatori, alle cui spese il Comune in cui si trovano ha l’obbligo di partecipare al bilancio in una misura che va dal 20 al 50%, si occupano quindi della gestione delle strade di loro competenza. Dall’asfaltatura alla messa in sicurezza dei marciapiedi, dai cordoli alla segnaletica, dall’illuminazione al verde ed ai giardini. E’ forse questo il vero obiettivo ? Una specie di super condominio dove a fronte di una quota annua, alcune volte anche molto importante, i residenti dovrebbero ricevere una serie di servizi che dovrebbero migliorare la vivibilità dei loro territori ed alle cui scelte partecipano tramite lo strumento dell’assemblea quella stessa assemblea, ”udite…udite” dove lo stesso Comune potrebbe avere una certa rilevanza con un probabile abbattimento delle proprie spese gestionali e manutentive visto che la quota percentuale di partecipazione è pari alla metà di quanto andrebbe realmente a spendere in condizioni standard. Territorio autogestito dunque, che rappresenterebbe un esempio di vero decentramento amministrativo partecipato in questo modo il consorzio, come abbiamo detto, si sostituisce alle normali funzioni che spetterebbero “obbligatoriamente” al Comune (visto che i cittadini pagano profumatamente tasse e servizi) in termini di manutenzione della sede stradale e di tutti i servizi che gravitano intorno alla stessa. Parliamo della pulizia delle strade e dei marciapiedi, dell’illuminazione, della disinfestazione, della gestione del verde, delle fognature fino ad arrivare al posizionamento dei cassonetti od alla apertura di una qualsiasi attività commerciale nell’ambito della sede stradale in gestione, come ad esempio un fioraio, una cabina telefonica, ecc.. Peccato, però che i residenti in un Consorzio Stradale sono visti sempre come gli abitanti “dell’isola che non c’è “di Peter Pan. Le loro strade sono pulite, i lampioni accesi, mai una buca, la segnaletica sempre visibile, le strisce pedonali al posto giusto, non un cartellone abusivo e partecipano pure alle decisioni ma, tutto questo, è bene saperlo a caro se non carissimo prezzo. Ma non è che per caso dietro a tutto questo fermento e spinta verso la costituzione di questo Consorzio Cerenova vi sono altri interessi imprenditoriali? Non è che per caso si vuole creare una sorta di copia del “Consorzio Marina San Nicola” (che è assai differente per caratteristiche, intenti e morfologia territoriale) per cercare di creare valorizzazioni immobiliari di ipotetiche nuove realizzazioni edilizie? E allora Noi lanciamo due provocazioni alla Amministrazione di Cerveteri che cerca di spostare l’attenzione e l’interesse dei cittadini da problematiche importanti e reali (il degrado, le strade dissestate e sporche, il verde abbandonato, cartellopoli, presenza di rifiuti, assenza di acqua, illuminazione a singhiozzo, strade ancora disastrate, assenza di sviluppo e lavoro…fenomeni questi che affliggono le strade dell’isola che purtroppo c’è..) con rispettabilissimi e roboanti “spettacoli musicali, feste e cottilion”. La nostra prima provocazione è.. E se Cerveteri diventasse o fosse tutta un consorzio, od al massimo un insieme di consorzi con conseguente abbattimento delle tasse, con riduzione al 50%, per i cittadini? E perché, prima di cedere il passo e la gestione ad un fantomatico “Consorzio Cerenova”, l’Amministrazione di Cerveteri non provvede a sostituire “ex novo” tutti gli impianti idrici e ad asfaltare tutte le strade di Cerenova e Campo di Mare, a sostituire tutta la cartellonistica, mettere a posto tutti i giardini e le aiuole, a sostituire il sistema di depurazione e rendere funzionali tutti gli scarichi? In fondo, tutto questo si potrebbe fare anche utilizzando l’oramai consolidato metodo dei “lavori in danno” (applicato più volte nei confronti dell’Ostilia dalla quale ancora dobbiamo recuperare fior fiore di soldi…). Altre considerazioni si potrebbero fare su questa improvvisata operazione che a pensarci bene di improvvisato può avere poco. E se dietro ci fossero i soliti “furbetti” che con l’idea del consorzio che una volta che diventasse operativo configurerebbe una gestione privata di alcuni servizi essenziali per il territorio, si mettessero nella condizione di bypassare bandi e incombenze obbligatorie per il “pubblico” procedendo ad affidamento diretto di lavori con tutta l’elasticità e la libertà che ne consegue? Lo sappiamo che sono provocazioni e che nessuno soddisferà mai queste nostre richieste ed è per questo che anche Noi, condividendo le battaglie intraprese anche da altri come gli amici della Lega e di Fratelli d’Italia oltre che dal gruppo di cittadini “Fronte del NO” diciamo NO allo pseudo “Consorzio Cerenova”.

Aldo De Angelis e Salvatore OrsomandoConsiglieri comunali Cerveteri